Vi segnalo un articolo di Repubblica sulle dichiarazioni più "esilaranti" di Berlusconi sull'universo femminile...Dichiarazioni che nell'indifferenza generale sono state per fortuna colte e dununciate da due deputate del Pd alla Corte europea di Strasburgo, con l'accusa di violazione degli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
Che amarezza!
Sonia
sabato 28 febbraio 2009
lunedì 23 febbraio 2009
estetica dello stupro
Salve!
Vi segnalo un articolo di Lidia Ravera, che commenta l'ultima trovata della Pirelli;forse ne avete sentito parlare in questi giorni, è uscito un articolo anche sull'Espresso.Questo è il link: http://www.unita.it/news/81649/violenza_anche_se_pirelli
A mercoledi
Sonia
Vi segnalo un articolo di Lidia Ravera, che commenta l'ultima trovata della Pirelli;forse ne avete sentito parlare in questi giorni, è uscito un articolo anche sull'Espresso.Questo è il link: http://www.unita.it/news/81649/violenza_anche_se_pirelli
A mercoledi
Sonia
venerdì 20 febbraio 2009
"Ronde rosa" e "cazzate femministe"
http://tv.repubblica.it/copertina/ecco-le-ronde-rosa/29634?video
Spero che il link funzioni e che possiate vedere questo video: riguarda le ronde che alcune donne del quartiere Appio-Latino stanno organizzano (è il quartiere dove è stata stuprata la ragazzina di 14 anni). Mi pare gravissimo, in particolare, ciò che dice l'ultima intervistata, che definisce "cazzate femministe" i tentativi di noi tutte di ribadire che la violenza sulle donne, prima che le "etnie", la fanno gli uomini...
che ansia, veramente a volte mi trovo priva di strumenti di lettura e intervento sulla realtà, totalmente impotente nonostante il mio dimenarmi forsennato...
Spero che il link funzioni e che possiate vedere questo video: riguarda le ronde che alcune donne del quartiere Appio-Latino stanno organizzano (è il quartiere dove è stata stuprata la ragazzina di 14 anni). Mi pare gravissimo, in particolare, ciò che dice l'ultima intervistata, che definisce "cazzate femministe" i tentativi di noi tutte di ribadire che la violenza sulle donne, prima che le "etnie", la fanno gli uomini...
che ansia, veramente a volte mi trovo priva di strumenti di lettura e intervento sulla realtà, totalmente impotente nonostante il mio dimenarmi forsennato...
giovedì 19 febbraio 2009
Carissime,
eccovi l'articolo il cui poco praticabile link vi ho inviato ieri per mail. È l'editoriale del manifesto di martedì 17 febbraio 2009.
Matteo Bartocci, CASTRAZIONE POLITICA
Lo stupro non ha nazione né conosce limiti di censo. Stuprano i ricchi e stuprano i poveri di ogni etnia e latitudine. Nella proporzione che in ogni dove le condizioni materiali assegnano a ciascuno. Sempre però stuprano gli uomini. In Italia, dicono le statistiche, ogni due ore una donna subisce violenza: tredici al giorno. Domandarsi perché accade è un compito della politica. Oltre al conflitto economico che divide le nostre società c'è quello, profondo e nascosto, che attraversa la nostra cultura e il nostro modo di essere maschi e femmine. Di incontrarci e amarci in famiglia e al di fuori di essa. Ogni violenza ha radici sociali e radici culturali. Uno stupro ogni due ore svela soprattutto le seconde. Nasconderle dietro a un malinteso bisogno di «sicurezza» ha portato ieri all'esercito in piazza, oggi alle ronde e domani, chissà, a una qualche forma di castrazione. Al peggio non c'è fine. Gli stupri non sono più reati contro la morale e nemmeno contro la persona. Sono stupri «etnici». Non secondo chi li compie (italiani, rumeni...) ma secondo chi li subisce: noi, i «bianchi», gli «indigeni», contro i «forestieri» che violentano le «nostre» donne. Ma globale e locale, come sempre, si fondono. Perché se uomini rumeni stuprano ragazze italiane, giovani italiani a loro volta stuprano, non c'è altro modo di dirlo, bambine tailandesi o brasiliane che si prostituiscono ai quattro angoli del globo.Dunque la violenza non conosce confini se non quelli dei nostri corpi, di maschi e di femmine, privi ormai di una qualunque minima grammatica affettiva comune. Incapaci di parlare d'amore e dunque di farlo. Ne è un sintomo il fatto che questo paese è ormai capace di mostrare affetto solo a cose fatte. Quando l'oggetto del desiderio non c'è più, come nei tanti funerali pubblici che uniscono e commuovono a reti unificate. Da Alberto Sordi fino a Eluana. Che da viva non interessava nessuno e solo alla fine, prossima alla morte naturale, ha svelato gli istinti inconfessabili di un presidente del consiglio che confonde le mestruazioni con la capacità di avere figli. È o non è, questa, una fantasia di stupro, di appropriazione violenta di un corpo di donna? Finché questo è il tono, la domanda di «sicurezza» che ossessiona la destra è destinata a cadere nel vuoto. Castrare tutti non si può. E se bastasse un «decreto contro la violenza» il problema passerebbe rapidamente a carceri e tribunali senza risolvere nulla. La destra perde sul suo stesso terreno, incapace di riconoscere un mostro che ne oltrepassa i confini ma che essa ha allevato in culla. Legittimando la cultura di massa più maschilista d'Europa dai tempi di «Colpo grosso», «Drive in» e «Non è la Rai» - fino all'attuale «mignottocrazia» - Berlusconi ha fatto della sessualità l'appeal principale della sua offerta politica. Ma è sulle donne e le adolescenti, sulla loro sessualità, che si concentra una violenza sottile e diffusa. Il modo in cui vengono guardate per strada o in casa, approcciate sull'autobus, apostrofate a scuola, raccontate sui mass media, «messaggiate» da fidanzati e spasimanti: è un'invasione di corpi normale e quotidiana.Contro questa spaventosa distruzione dell'alfabeto sentimentale la sinistra non ha da tempo nessuna risposta. E se si preoccupa della benzina nelle volanti vuol dire che non lo indica nemmeno più come un problema. Come il problema. Non può essere un caso che la prima violenza sessuale di quest'anno terribile si sia consumata a Roma, tra due ragazzi che si incontrano a una festa in mezzo a trentamila persone. Una festa chiamata «Amore».
eccovi l'articolo il cui poco praticabile link vi ho inviato ieri per mail. È l'editoriale del manifesto di martedì 17 febbraio 2009.
Matteo Bartocci, CASTRAZIONE POLITICA
Lo stupro non ha nazione né conosce limiti di censo. Stuprano i ricchi e stuprano i poveri di ogni etnia e latitudine. Nella proporzione che in ogni dove le condizioni materiali assegnano a ciascuno. Sempre però stuprano gli uomini. In Italia, dicono le statistiche, ogni due ore una donna subisce violenza: tredici al giorno. Domandarsi perché accade è un compito della politica. Oltre al conflitto economico che divide le nostre società c'è quello, profondo e nascosto, che attraversa la nostra cultura e il nostro modo di essere maschi e femmine. Di incontrarci e amarci in famiglia e al di fuori di essa. Ogni violenza ha radici sociali e radici culturali. Uno stupro ogni due ore svela soprattutto le seconde. Nasconderle dietro a un malinteso bisogno di «sicurezza» ha portato ieri all'esercito in piazza, oggi alle ronde e domani, chissà, a una qualche forma di castrazione. Al peggio non c'è fine. Gli stupri non sono più reati contro la morale e nemmeno contro la persona. Sono stupri «etnici». Non secondo chi li compie (italiani, rumeni...) ma secondo chi li subisce: noi, i «bianchi», gli «indigeni», contro i «forestieri» che violentano le «nostre» donne. Ma globale e locale, come sempre, si fondono. Perché se uomini rumeni stuprano ragazze italiane, giovani italiani a loro volta stuprano, non c'è altro modo di dirlo, bambine tailandesi o brasiliane che si prostituiscono ai quattro angoli del globo.Dunque la violenza non conosce confini se non quelli dei nostri corpi, di maschi e di femmine, privi ormai di una qualunque minima grammatica affettiva comune. Incapaci di parlare d'amore e dunque di farlo. Ne è un sintomo il fatto che questo paese è ormai capace di mostrare affetto solo a cose fatte. Quando l'oggetto del desiderio non c'è più, come nei tanti funerali pubblici che uniscono e commuovono a reti unificate. Da Alberto Sordi fino a Eluana. Che da viva non interessava nessuno e solo alla fine, prossima alla morte naturale, ha svelato gli istinti inconfessabili di un presidente del consiglio che confonde le mestruazioni con la capacità di avere figli. È o non è, questa, una fantasia di stupro, di appropriazione violenta di un corpo di donna? Finché questo è il tono, la domanda di «sicurezza» che ossessiona la destra è destinata a cadere nel vuoto. Castrare tutti non si può. E se bastasse un «decreto contro la violenza» il problema passerebbe rapidamente a carceri e tribunali senza risolvere nulla. La destra perde sul suo stesso terreno, incapace di riconoscere un mostro che ne oltrepassa i confini ma che essa ha allevato in culla. Legittimando la cultura di massa più maschilista d'Europa dai tempi di «Colpo grosso», «Drive in» e «Non è la Rai» - fino all'attuale «mignottocrazia» - Berlusconi ha fatto della sessualità l'appeal principale della sua offerta politica. Ma è sulle donne e le adolescenti, sulla loro sessualità, che si concentra una violenza sottile e diffusa. Il modo in cui vengono guardate per strada o in casa, approcciate sull'autobus, apostrofate a scuola, raccontate sui mass media, «messaggiate» da fidanzati e spasimanti: è un'invasione di corpi normale e quotidiana.Contro questa spaventosa distruzione dell'alfabeto sentimentale la sinistra non ha da tempo nessuna risposta. E se si preoccupa della benzina nelle volanti vuol dire che non lo indica nemmeno più come un problema. Come il problema. Non può essere un caso che la prima violenza sessuale di quest'anno terribile si sia consumata a Roma, tra due ragazzi che si incontrano a una festa in mezzo a trentamila persone. Una festa chiamata «Amore».
mercoledì 18 febbraio 2009
MEDIA E VIOLENZA SULLE DONNE
Ciao a tutte,
ho appena visto un servizio al Tg2 delle 20.30 sullo stupro avvenuto, la sera di San Valentino, a Caffarella (Roma), da due romeni. Un servizio durato più di tre minuti e gestito, a mio avviso, in modo indecente. Da notare le parole del padre della ragazza stuprata che scorrevano sullo schermo... Alla fine del servizio, il giornalista del Tg2 ha proseguito dicendo che Berlusconi si è complimentato per l'operato. A seguire un servizio sugli immigrati a lampedusa... Quando la smetteranno di strumentalizzare la violenza sulle donne per fini politici e per giustificare il pacchetto sicurezza?
Appena visto il servizio ho sentito il bisogno di scrivere sul blog... non so cosa questo significhi ma so che è qualcosa di positivo e che il gruppo rappresenta ormai, per tutte noi (scusate se mi arrogo il diritto di dirlo), un punto fermo di riflessione e di appoggio.
lunedì 16 febbraio 2009
ODG per incontro 18 febbraio
Integro rapidamente rispetto a quanto vi ho già mandato per mail:
Per un'ora massimo:
1)Relazione Michela su incontro a Firenze per la Staffetta + proposta di nostra partecipazione a un incontro organizzato dalla Coop di San Gimignano sul tema della violenza sulle donne (seguono dettagli). Come dire, casca a fagiuolo per lanciare la Staffetta e coinvolgere altre persone...
2)Discussione organizzazione delle proiezioni dei mercoledì di marzo: proiettiamo nella sala cinema di Lettere. Fare il punto su proiezioni e come gestire il dibattito? O ne parliamo al prossimo incontro per non mangiare altro tempo al Glossario?
Nella seconda ora:
3)Glossario. Inizia a discutere il proprio oggetto chi vuole
Per un'ora massimo:
1)Relazione Michela su incontro a Firenze per la Staffetta + proposta di nostra partecipazione a un incontro organizzato dalla Coop di San Gimignano sul tema della violenza sulle donne (seguono dettagli). Come dire, casca a fagiuolo per lanciare la Staffetta e coinvolgere altre persone...
2)Discussione organizzazione delle proiezioni dei mercoledì di marzo: proiettiamo nella sala cinema di Lettere. Fare il punto su proiezioni e come gestire il dibattito? O ne parliamo al prossimo incontro per non mangiare altro tempo al Glossario?
Nella seconda ora:
3)Glossario. Inizia a discutere il proprio oggetto chi vuole
Staffetta - Dall'incontro dell'11 febbraio
Il progetto complessivo che abbiamo ipotizzato prevede la realizzazione di una giornata o più che vedranno l'intera città “mobilitata” su questo tema, attraverso iniziative svolte anche contestualmente in luoghi diversi. Per adesso abbiamo pensato a:
1.coinvolgere Gianna Nannini, che sta lavorando a un progetto su Pia de'Tolomei, figura fortemente radicata nella storia e nella tradizione senese, e quindi punto di aggregazione ottimale della città sul tema della violenza sulle donne; anche la presenza della Nannini, celebrità locale, naturalmente consentirebbe un più ampio coinvolgimento della cittadinanza.
2.Il “cantare della Pia”: collegato al punto precedente, magari da svolgere prima o in un momento diverso, per rafforzare la tematizzazione della figura della Pia. Si tratta di opere musicali in ottava rima, che, pare, alcuni senesi conoscano (ci stiamo informando)
3.Staffetta di letture di testi delle o sulle donne, dalla prosa alla saggistica alla poesia alla cronaca, che vengono proposti e letti dal nostro gruppo e da chiunque altro voglia, magari coinvolgendo estemporaneamente il pubblico.
4.Coinvolgere il Cinema in Fortezza, per organizzare proiezione in tema e dibattiti annessi. Potrebbe essere un proseguo del breve ciclo di proiezioni che faremo a marzo, in occasione dell'8 marzo, come primo “lancio” della staffetta (ogni mercoledì proietteremo un film nella sala cinema della nostra facoltà, e abbiamo selezionato questi titoli: La vita segreta delle parole (Coixet); Un'ora sola ti vorrei (Marazzi); Ti do i miei occhi (Bollaín); Magdalene.
Il film di apertura dell'eventuale proiezione da tenere per la staffetta potrebbe essere “Racconti di Stoccolma”, se non lo proiettiamo prima (abbiamo in mente di provare a proseguire il ciclo di marzo anche ad aprile e maggio, per “traghettarci” gradualmente verso la staffetta e favorire la crescita dell'attenzione sul tema).
5.Da definire meglio, e ancora in forse perché prevede tempi di realizzazione lunghi: una tavola rotonda, in cui invitare figure professionali diverse, che consentano una triangolazione di sguardi sulle caratteristiche del fenomeno da un lato e sul modo in cui lo si rappresenta e/o affronta in contesti diversi. Più precisamente, l'idea alla base della tavola rotonda potrebbe essere quella di mettere a confronto 2 punti di vista in particolare:
a) i “tecnici del settore”, ovvero quelle categorie professionali che in virtù della loro expertise (avvocati, medici, operatori di strutture di accoglienza ecc.) posseggono uno sguardo dall'interno e competente (persone che lavorano presso centri di accoglienza per donne vittime di violenza, avvocati specializzati nel trattamento di questi casi, medici, donne poliziotto, ecc.). Potrebbero riportare anche dati sui contorni quantitativi del fenomeno (diffusione geografica,caratteristiche anagrafiche dei carnefici e delle vittime, tipologia di contesti in cui matura la violenza,ecc.)
b) gli operatori dei media (giornalisti che abbiano seguito casi simili, registi e autori televisivi che hanno realizzato documentari in tema, ecc.): coloro, cioè, che divulgano la conoscenza su questo tema, informando il grande pubblico e contribuendo in prima persona a creare l'immaginario sociale intorno allo stesso. Ad esempio, attraverso il confronto con le testimoniane della prima categoria, potrebbe essere interessante capire quali sono le logiche attraverso cui le rappresentazioni mediali creano l'immaginario sulla violenza e in che rapporto sta con la realtà: quali casi, quali storie vengono selezionate dalle notizie? Cosa le rende “interessanti”? Riflettono la reale conformazione del fenomeno? Ecc.
Altre idee hanno a che vedere con soggetti e gruppi attivi sul territorio, la cui collaborazione potrebbe rendere più capillare il coinvolgimento cittadino:
le donne delle contrade
il centro Mara Meoni, che potrebbe organizzare una mostra sul tema del femminismo negli anni '70 (è un gruppo adatto anche perché un momento molto importante nella sua costituzione è stato lo stupro avvenuto a Siena in quegli anni)
Il centro donne migranti
L'Istituto storico resistenza, dove lavora un'antropologa da coinvolgere.
1.coinvolgere Gianna Nannini, che sta lavorando a un progetto su Pia de'Tolomei, figura fortemente radicata nella storia e nella tradizione senese, e quindi punto di aggregazione ottimale della città sul tema della violenza sulle donne; anche la presenza della Nannini, celebrità locale, naturalmente consentirebbe un più ampio coinvolgimento della cittadinanza.
2.Il “cantare della Pia”: collegato al punto precedente, magari da svolgere prima o in un momento diverso, per rafforzare la tematizzazione della figura della Pia. Si tratta di opere musicali in ottava rima, che, pare, alcuni senesi conoscano (ci stiamo informando)
3.Staffetta di letture di testi delle o sulle donne, dalla prosa alla saggistica alla poesia alla cronaca, che vengono proposti e letti dal nostro gruppo e da chiunque altro voglia, magari coinvolgendo estemporaneamente il pubblico.
4.Coinvolgere il Cinema in Fortezza, per organizzare proiezione in tema e dibattiti annessi. Potrebbe essere un proseguo del breve ciclo di proiezioni che faremo a marzo, in occasione dell'8 marzo, come primo “lancio” della staffetta (ogni mercoledì proietteremo un film nella sala cinema della nostra facoltà, e abbiamo selezionato questi titoli: La vita segreta delle parole (Coixet); Un'ora sola ti vorrei (Marazzi); Ti do i miei occhi (Bollaín); Magdalene.
Il film di apertura dell'eventuale proiezione da tenere per la staffetta potrebbe essere “Racconti di Stoccolma”, se non lo proiettiamo prima (abbiamo in mente di provare a proseguire il ciclo di marzo anche ad aprile e maggio, per “traghettarci” gradualmente verso la staffetta e favorire la crescita dell'attenzione sul tema).
5.Da definire meglio, e ancora in forse perché prevede tempi di realizzazione lunghi: una tavola rotonda, in cui invitare figure professionali diverse, che consentano una triangolazione di sguardi sulle caratteristiche del fenomeno da un lato e sul modo in cui lo si rappresenta e/o affronta in contesti diversi. Più precisamente, l'idea alla base della tavola rotonda potrebbe essere quella di mettere a confronto 2 punti di vista in particolare:
a) i “tecnici del settore”, ovvero quelle categorie professionali che in virtù della loro expertise (avvocati, medici, operatori di strutture di accoglienza ecc.) posseggono uno sguardo dall'interno e competente (persone che lavorano presso centri di accoglienza per donne vittime di violenza, avvocati specializzati nel trattamento di questi casi, medici, donne poliziotto, ecc.). Potrebbero riportare anche dati sui contorni quantitativi del fenomeno (diffusione geografica,caratteristiche anagrafiche dei carnefici e delle vittime, tipologia di contesti in cui matura la violenza,ecc.)
b) gli operatori dei media (giornalisti che abbiano seguito casi simili, registi e autori televisivi che hanno realizzato documentari in tema, ecc.): coloro, cioè, che divulgano la conoscenza su questo tema, informando il grande pubblico e contribuendo in prima persona a creare l'immaginario sociale intorno allo stesso. Ad esempio, attraverso il confronto con le testimoniane della prima categoria, potrebbe essere interessante capire quali sono le logiche attraverso cui le rappresentazioni mediali creano l'immaginario sulla violenza e in che rapporto sta con la realtà: quali casi, quali storie vengono selezionate dalle notizie? Cosa le rende “interessanti”? Riflettono la reale conformazione del fenomeno? Ecc.
Altre idee hanno a che vedere con soggetti e gruppi attivi sul territorio, la cui collaborazione potrebbe rendere più capillare il coinvolgimento cittadino:
le donne delle contrade
il centro Mara Meoni, che potrebbe organizzare una mostra sul tema del femminismo negli anni '70 (è un gruppo adatto anche perché un momento molto importante nella sua costituzione è stato lo stupro avvenuto a Siena in quegli anni)
Il centro donne migranti
L'Istituto storico resistenza, dove lavora un'antropologa da coinvolgere.
REPORT 11 FEBBRAIO
REPORT INCONTRO 11 FEBBRAIO
Si è parlato sostanzialmente delle Staffetta contro la violenza sulle donne e delle proiezioni di marzo.
Questo è un breve resoconto delle idee a cui abbiamo pensato, come gruppo “Presenti, differenti”, per contribuire alla Staffetta contro la violenza sulle donne nella giornata (o giornate) che interesseranno Siena.
Il progetto complessivo che abbiamo ipotizzato prevede la realizzazione di una giornata o più che vedranno l'intera città “mobilitata” su questo tema, attraverso iniziative svolte anche contestualmente in luoghi diversi. Per adesso abbiamo pensato a:
1.coinvolgere Gianna Nannini, che sta lavorando a un progetto su Pia de'Tolomei, figura fortemente radicata nella storia e nella tradizione senese, e quindi punto di aggregazione ottimale della città sul tema della violenza sulle donne; anche la presenza della Nannini, celebrità locale, naturalmente consentirebbe un più ampio coinvolgimento della cittadinanza.
2.Il “cantare della Pia”: collegato al punto precedente, magari da svolgere prima o in un momento diverso, per rafforzare la tematizzazione della figura della Pia. Si tratta di opere musicali in ottava rima, che, pare, alcuni senesi conoscano (ci stiamo informando)
3.Staffetta di letture di testi delle o sulle donne, dalla prosa alla saggistica alla poesia alla cronaca, che vengono proposti e letti dal nostro gruppo e da chiunque altro voglia, magari coinvolgendo estemporaneamente il pubblico.
4.Coinvolgere il Cinema in Fortezza, per organizzare proiezione in tema e dibattiti annessi. Potrebbe essere un proseguo del breve ciclo di proiezioni che faremo a marzo, in occasione dell'8 marzo, come primo “lancio” della staffetta (ogni mercoledì proietteremo un film nella sala cinema della nostra facoltà, e abbiamo selezionato questi titoli: La vita segreta delle parole (Coixet); Un'ora sola ti vorrei (Marazzi); Ti do i miei occhi (Bollaín); Magdalene.
Il film di apertura dell'eventuale proiezione da tenere per la staffetta potrebbe essere “Racconti di Stoccolma”, se non lo proiettiamo prima (abbiamo in mente di provare a proseguire il ciclo di marzo anche ad aprile e maggio, per “traghettarci” gradualmente verso la staffetta e favorire la crescita dell'attenzione sul tema).
5.Da definire meglio, e ancora in forse perché prevede tempi di realizzazione lunghi: una tavola rotonda, in cui invitare figure professionali diverse, che consentano una triangolazione di sguardi sulle caratteristiche del fenomeno da un lato e sul modo in cui lo si rappresenta e/o affronta in contesti diversi. Più precisamente, l'idea alla base della tavola rotonda potrebbe essere quella di mettere a confronto 2 punti di vista in particolare:
a) i “tecnici del settore”, ovvero quelle categorie professionali che in virtù della loro expertise (avvocati, medici, operatori di strutture di accoglienza ecc.) posseggono uno sguardo dall'interno e competente (persone che lavorano presso centri di accoglienza per donne vittime di violenza, avvocati specializzati nel trattamento di questi casi, medici, donne poliziotto, ecc.). Potrebbero riportare anche dati sui contorni quantitativi del fenomeno (diffusione geografica,caratteristiche anagrafiche dei carnefici e delle vittime, tipologia di contesti in cui matura la violenza,ecc.)
b) gli operatori dei media (giornalisti che abbiano seguito casi simili, registi e autori televisivi che hanno realizzato documentari in tema, ecc.): coloro, cioè, che divulgano la conoscenza su questo tema, informando il grande pubblico e contribuendo in prima persona a creare l'immaginario sociale intorno allo stesso. Ad esempio, attraverso il confronto con le testimoniane della prima categoria, potrebbe essere interessante capire quali sono le logiche attraverso cui le rappresentazioni mediali creano l'immaginario sulla violenza e in che rapporto sta con la realtà: quali casi, quali storie vengono selezionate dalle notizie? Cosa le rende “interessanti”? Riflettono la reale conformazione del fenomeno? Ecc.
Altre idee hanno a che vedere con soggetti e gruppi attivi sul territorio, la cui collaborazione potrebbe rendere più capillare il coinvolgimento cittadino:
le donne delle contrade
il centro Mara Meoni, che potrebbe organizzare una mostra sul tema del femminismo negli anni '70 (è un gruppo adatto anche perché un momento molto importante nella sua costituzione è stato lo stupro avvenuto a Siena in quegli anni)
Il centro donne migranti
L'Istituto storico resistenza, dove lavora un'antropologa da coinvolgere.
Si è parlato sostanzialmente delle Staffetta contro la violenza sulle donne e delle proiezioni di marzo.
Questo è un breve resoconto delle idee a cui abbiamo pensato, come gruppo “Presenti, differenti”, per contribuire alla Staffetta contro la violenza sulle donne nella giornata (o giornate) che interesseranno Siena.
Il progetto complessivo che abbiamo ipotizzato prevede la realizzazione di una giornata o più che vedranno l'intera città “mobilitata” su questo tema, attraverso iniziative svolte anche contestualmente in luoghi diversi. Per adesso abbiamo pensato a:
1.coinvolgere Gianna Nannini, che sta lavorando a un progetto su Pia de'Tolomei, figura fortemente radicata nella storia e nella tradizione senese, e quindi punto di aggregazione ottimale della città sul tema della violenza sulle donne; anche la presenza della Nannini, celebrità locale, naturalmente consentirebbe un più ampio coinvolgimento della cittadinanza.
2.Il “cantare della Pia”: collegato al punto precedente, magari da svolgere prima o in un momento diverso, per rafforzare la tematizzazione della figura della Pia. Si tratta di opere musicali in ottava rima, che, pare, alcuni senesi conoscano (ci stiamo informando)
3.Staffetta di letture di testi delle o sulle donne, dalla prosa alla saggistica alla poesia alla cronaca, che vengono proposti e letti dal nostro gruppo e da chiunque altro voglia, magari coinvolgendo estemporaneamente il pubblico.
4.Coinvolgere il Cinema in Fortezza, per organizzare proiezione in tema e dibattiti annessi. Potrebbe essere un proseguo del breve ciclo di proiezioni che faremo a marzo, in occasione dell'8 marzo, come primo “lancio” della staffetta (ogni mercoledì proietteremo un film nella sala cinema della nostra facoltà, e abbiamo selezionato questi titoli: La vita segreta delle parole (Coixet); Un'ora sola ti vorrei (Marazzi); Ti do i miei occhi (Bollaín); Magdalene.
Il film di apertura dell'eventuale proiezione da tenere per la staffetta potrebbe essere “Racconti di Stoccolma”, se non lo proiettiamo prima (abbiamo in mente di provare a proseguire il ciclo di marzo anche ad aprile e maggio, per “traghettarci” gradualmente verso la staffetta e favorire la crescita dell'attenzione sul tema).
5.Da definire meglio, e ancora in forse perché prevede tempi di realizzazione lunghi: una tavola rotonda, in cui invitare figure professionali diverse, che consentano una triangolazione di sguardi sulle caratteristiche del fenomeno da un lato e sul modo in cui lo si rappresenta e/o affronta in contesti diversi. Più precisamente, l'idea alla base della tavola rotonda potrebbe essere quella di mettere a confronto 2 punti di vista in particolare:
a) i “tecnici del settore”, ovvero quelle categorie professionali che in virtù della loro expertise (avvocati, medici, operatori di strutture di accoglienza ecc.) posseggono uno sguardo dall'interno e competente (persone che lavorano presso centri di accoglienza per donne vittime di violenza, avvocati specializzati nel trattamento di questi casi, medici, donne poliziotto, ecc.). Potrebbero riportare anche dati sui contorni quantitativi del fenomeno (diffusione geografica,caratteristiche anagrafiche dei carnefici e delle vittime, tipologia di contesti in cui matura la violenza,ecc.)
b) gli operatori dei media (giornalisti che abbiano seguito casi simili, registi e autori televisivi che hanno realizzato documentari in tema, ecc.): coloro, cioè, che divulgano la conoscenza su questo tema, informando il grande pubblico e contribuendo in prima persona a creare l'immaginario sociale intorno allo stesso. Ad esempio, attraverso il confronto con le testimoniane della prima categoria, potrebbe essere interessante capire quali sono le logiche attraverso cui le rappresentazioni mediali creano l'immaginario sulla violenza e in che rapporto sta con la realtà: quali casi, quali storie vengono selezionate dalle notizie? Cosa le rende “interessanti”? Riflettono la reale conformazione del fenomeno? Ecc.
Altre idee hanno a che vedere con soggetti e gruppi attivi sul territorio, la cui collaborazione potrebbe rendere più capillare il coinvolgimento cittadino:
le donne delle contrade
il centro Mara Meoni, che potrebbe organizzare una mostra sul tema del femminismo negli anni '70 (è un gruppo adatto anche perché un momento molto importante nella sua costituzione è stato lo stupro avvenuto a Siena in quegli anni)
Il centro donne migranti
L'Istituto storico resistenza, dove lavora un'antropologa da coinvolgere.
mercoledì 11 febbraio 2009
Care compagne stavo leggendo il libro di Cristina Demaria"Teoria di Genere" e ho trovato questa citazione :
"Gli uomini guardono le donne. Le donne si guardano essere guardate. Ciò determina non solo la maggior parte dei rapporti tra uomini e donne, ma anche il rapporto tra le donne e se stesse. La parte della donna che si osserva è maschile: la parte che si sente osservata è femminile. Così la donna si trasforma in oggetto-e precisamente in un oggetto di visione: una veduta."
John Berger, Ways of seeing
Non riesco capire se ha ragione o no....AIUTATEMI....
"Gli uomini guardono le donne. Le donne si guardano essere guardate. Ciò determina non solo la maggior parte dei rapporti tra uomini e donne, ma anche il rapporto tra le donne e se stesse. La parte della donna che si osserva è maschile: la parte che si sente osservata è femminile. Così la donna si trasforma in oggetto-e precisamente in un oggetto di visione: una veduta."
John Berger, Ways of seeing
Non riesco capire se ha ragione o no....AIUTATEMI....
martedì 10 febbraio 2009
It is (our) responsibility
Ispirata da Pina e per ispirarci tutte a proposito di responsabilità: eccovi Grace Paley da me medesima ritradotta. A me piace il significato largo e concreto insieme che hanno le parole poeta e donna. E poi mi piace la fine. (non è il mio oggetto, comunque, anche se potrebbe esserlo per certi versi)
È responsabilità della società far sì che il poeta sia un poeta
È responsabilità del poeta essere una donna
È responsabilità del poeta stare agli angoli delle strade
a consegnare poesie e volantini scritti mirabilmente
e volantini inguardabili per la retorica esagerata
È responsabilità del poeta essere pigro andare in giro a vaticinare
È responsabilità del poeta non pagare tasse destinate alla guerra
È responsabilità del poeta entrare e uscire da torri d’avorio e bilocali in periferia e campi di granoturco e accampamenti militari
È responsabilità del poeta maschio essere una donna
È responsabilità del poeta femmina essere una donna
È responsabilità del poeta dire la verità contro il potere, come dicono i Quaccheri
È responsabilità del poeta imparare la verità da chi non ha potere
È responsabilità del poeta dire molte volte: non c’è libertà senza giustizia e questo significa giustizia economica e giustizia degli affetti
È responsabilità del poeta cantarlo in tutte le chiavi originali e tradizionali in cui si cantano e dicono le poesie
È responsabilità del poeta ascoltare le chiacchiere e tramandarle nel modo in cui i cantastorie travasano la storia della vita
Non c’è libertà senza paura e coraggio. Non c’è libertà se non continuano la terra e l’aria e l’acqua e se non continuano anche i bambini
È responsabilità del poeta essere una donna e sorvegliare il mondo e gridare come Cassandra ma stavolta essere ascoltata.
È responsabilità della società far sì che il poeta sia un poeta
È responsabilità del poeta essere una donna
È responsabilità del poeta stare agli angoli delle strade
a consegnare poesie e volantini scritti mirabilmente
e volantini inguardabili per la retorica esagerata
È responsabilità del poeta essere pigro andare in giro a vaticinare
È responsabilità del poeta non pagare tasse destinate alla guerra
È responsabilità del poeta entrare e uscire da torri d’avorio e bilocali in periferia e campi di granoturco e accampamenti militari
È responsabilità del poeta maschio essere una donna
È responsabilità del poeta femmina essere una donna
È responsabilità del poeta dire la verità contro il potere, come dicono i Quaccheri
È responsabilità del poeta imparare la verità da chi non ha potere
È responsabilità del poeta dire molte volte: non c’è libertà senza giustizia e questo significa giustizia economica e giustizia degli affetti
È responsabilità del poeta cantarlo in tutte le chiavi originali e tradizionali in cui si cantano e dicono le poesie
È responsabilità del poeta ascoltare le chiacchiere e tramandarle nel modo in cui i cantastorie travasano la storia della vita
Non c’è libertà senza paura e coraggio. Non c’è libertà se non continuano la terra e l’aria e l’acqua e se non continuano anche i bambini
È responsabilità del poeta essere una donna e sorvegliare il mondo e gridare come Cassandra ma stavolta essere ascoltata.
lunedì 9 febbraio 2009
Adda passà 'a nuttata!
Ciao a tutte.
Stavo rileggendo gli ultimi post e ho provato una gioia immensa. Una grande energia sta cominciando ad esprimersi, e in questo momento la sto raccogliendo dentro di me, la vostra a tenersi per mano alla mia… è una bella sensazione.
Vi ringrazio del mio sorriso ora, da tutte noi lo sento generato. In questo fine settimana da incubo, dalle leggi razziali mascherate col nome pacchetto sicurezza, al picconaggio delle istituzioni che ancora una volta violentano il corpo di Luana, a cui rivolgo in continuazione il mio cuore con la speranza che trovi la strada per andarsene in pace, in dolcezza, in silenzio, nonostante tutto, e tutti, e tutte.
Questo fine settimana da notte della repubblica…
E’ lunedi sera, e sono qui a scrivervi.
Grazie
Pina
Stavo rileggendo gli ultimi post e ho provato una gioia immensa. Una grande energia sta cominciando ad esprimersi, e in questo momento la sto raccogliendo dentro di me, la vostra a tenersi per mano alla mia… è una bella sensazione.
Vi ringrazio del mio sorriso ora, da tutte noi lo sento generato. In questo fine settimana da incubo, dalle leggi razziali mascherate col nome pacchetto sicurezza, al picconaggio delle istituzioni che ancora una volta violentano il corpo di Luana, a cui rivolgo in continuazione il mio cuore con la speranza che trovi la strada per andarsene in pace, in dolcezza, in silenzio, nonostante tutto, e tutti, e tutte.
Questo fine settimana da notte della repubblica…
E’ lunedi sera, e sono qui a scrivervi.
Grazie
Pina
venerdì 6 febbraio 2009
dal report 4 febbraio: 8 marzo e staffetta antiviolenza
La “staffetta contro la violenza” di cui ha parlato Pina (vedi suo post)potrebbe essere un'ottima occasione per fare rete tra organizzazioni femminili/femministe e non che sono presenti sul territorio (dal centro donne migranti della corte dei miracoli, da lettere alle contrade al comitato pari opportunità). Pina pensava a una notte bianca in cui tutta la città è “in festa” intorno al tema della violenza sulle donne, occasione che può liberare grandi energie creative. Si tiene dal 26 giungo al 16 luglio. Noi gruppo donne entriamo nel comitato organizzativo o direttivo e iniziamo a pensarci, occupandoci magari di lettere, per riempirla di cose da fare. Chiediamo patrocinio al comune.
A questo si collegano già due progetti:
a) Me ne ha parlato Francesca Balestra oggi: alla riunione del comitato pari opportunità hanno proposto di usare anche l'8 marzo come momento di “lancio” di questa iniziativa e di avvio di un percorso di riflessione e azione intorno al tema della violenza sulle donne. Così l'idea sarebbe di selezionare altri 3 film (oltre a quello/i della Marazzi) che trattino il tema. Pensiamoci già tutte. Io per adesso ho chiesto al laboratorio cinematografico di lettere qualche titolo, e pare che un paio di anni fa Marco Dinoi avesse portato dei dvd proprio per un'iniziativa del CPO. Non so dunque se sarebbe una ripetizione, in ogni caso i dvd- che ho preso – sono:
La vita segreta delle parole, Coixet, 2005
Moolaadé, Sembene, 2004
Water, Deepa Mehta, 2005
Confortorio, Benvenuti, 1992 (ma non sappiamo se è o meno in tema).
La mia super segretaria di dipartimento, Linda Ippolito, consigliava anche:
La sconosciuta, Tornatore, 2008
Racconti di Stoccolma
Altre proposte?
b) Tra le cose che organizziamo noi per la staffetta/notte bianca potrebbe esserci una prima tavola rotonda sul tema della rappresentazione mediale della violenza sulle donne, per denunciare le sistematiche strumentalizzazioni del fenomeno a scopo di consenso politico/controllo sociale nell'ambito della svolta securitaria che stiamo attraversando. Io ci stavo già un po' lavorando, almeno come bozza di bozza di progetto, e appena lo sistemo ve lo mando: la mia idea sarebbe di fare un confronto fra tre agende: quella della politica, quella dei media, quella dell'opinione pubblica (quindi anche con una parte di analisi della ricezione). Ho letto cose veramente interessanti su questo tema. Se ci piace, se funziona, se riusciamo a tagliarlo in modo da poterne fare punto di convergenza dei saperi, delle prospettive disciplinari e degli approcci metodologici presentati entro il gruppo, potremmo penare di presentarlo il prossimo anno come PAR, POR, PRIN. FIRB o un altra qualsiasi formula. In questo modo ci posizioneremmo su una tematica di sicura attualità e urgenza politica e sociale, ma senza rinunciare a esprimere, come gruppo, anche una progettualità e valenza e visibilità scientifica. Anche nell'interesse di chi ancora è studentessa, no?
A questo si collegano già due progetti:
a) Me ne ha parlato Francesca Balestra oggi: alla riunione del comitato pari opportunità hanno proposto di usare anche l'8 marzo come momento di “lancio” di questa iniziativa e di avvio di un percorso di riflessione e azione intorno al tema della violenza sulle donne. Così l'idea sarebbe di selezionare altri 3 film (oltre a quello/i della Marazzi) che trattino il tema. Pensiamoci già tutte. Io per adesso ho chiesto al laboratorio cinematografico di lettere qualche titolo, e pare che un paio di anni fa Marco Dinoi avesse portato dei dvd proprio per un'iniziativa del CPO. Non so dunque se sarebbe una ripetizione, in ogni caso i dvd- che ho preso – sono:
La vita segreta delle parole, Coixet, 2005
Moolaadé, Sembene, 2004
Water, Deepa Mehta, 2005
Confortorio, Benvenuti, 1992 (ma non sappiamo se è o meno in tema).
La mia super segretaria di dipartimento, Linda Ippolito, consigliava anche:
La sconosciuta, Tornatore, 2008
Racconti di Stoccolma
Altre proposte?
b) Tra le cose che organizziamo noi per la staffetta/notte bianca potrebbe esserci una prima tavola rotonda sul tema della rappresentazione mediale della violenza sulle donne, per denunciare le sistematiche strumentalizzazioni del fenomeno a scopo di consenso politico/controllo sociale nell'ambito della svolta securitaria che stiamo attraversando. Io ci stavo già un po' lavorando, almeno come bozza di bozza di progetto, e appena lo sistemo ve lo mando: la mia idea sarebbe di fare un confronto fra tre agende: quella della politica, quella dei media, quella dell'opinione pubblica (quindi anche con una parte di analisi della ricezione). Ho letto cose veramente interessanti su questo tema. Se ci piace, se funziona, se riusciamo a tagliarlo in modo da poterne fare punto di convergenza dei saperi, delle prospettive disciplinari e degli approcci metodologici presentati entro il gruppo, potremmo penare di presentarlo il prossimo anno come PAR, POR, PRIN. FIRB o un altra qualsiasi formula. In questo modo ci posizioneremmo su una tematica di sicura attualità e urgenza politica e sociale, ma senza rinunciare a esprimere, come gruppo, anche una progettualità e valenza e visibilità scientifica. Anche nell'interesse di chi ancora è studentessa, no?
report incontro mercoledì 4 febbraio
Care,
ecco il report dell'ultimo incontro. Per maggiore organicità, inserirò i punti relativi a progetti specifici anche nelle apposite sezioni, in modo che per ogni progetto/gruppo di lavoro sia più facile controllare lo "stato dell'arte".
Cosa tecnica: ordiniamo i post. Creiamo un'altra sezione, magari titolata “Progetto contro la violenza sulle donne” o “staffetta antiviolenza”, dove metteremo le comunicazioni realative alla staffetta e le belle riflessioni in tema che già diverse di noi stanno postando. Le autrici dei post in questione, se possono, dovrebbero cortesemente modificare i post cliccando sull'icona con la matitina e inserendo nella barra etichetta il nome della sezione, così tutti i post si spostano lì ed è più facile ricostruire lo “storico”.
Procediamo:
la prossima volta che una di noi accenna alla mancanza di obiettivi concreti io credo che dovrò sostenermi con generi di conforto non necessariamente legali, ve lo dico. Un'ora e mezzo mi c'è voluto per riassumere i progetti e le iniziative venute fuori nel solo incontro di mercoledì, acciderba a voi!
Forza forza che siamo davvero vicine a produrre un piccolo ma significativo punto di frattura nella crosta di apatia, indolenza e cinismo che sta ricoprendo il mondo universitario fuori dall'aula M.
Dunque tirate un sospiro, fate un sorriso e iniziate la lettura:
1)per il prossimo mercoledì tutte convocate: iniziamo finalmente il progetto “Glossario” procedendo come stabilito, ovvero portando ognuna il proprio “oggetto culturale/manufatto/manutenuto che dir si voglia”. Tutte abbiamo ribadito la necessità di ripartire da quello come condizione necessaria per posizione intellettuale comune da portar anche all'esterno.
2)Questionario sull'identità di genere: caso finalmente archiviato. Abbiamo raggiunto una versione definitiva, che Valentina impaginerà, e possiamo procedere alla distribuzione.
DOMANDA: CHIEDIAMO DI INDICARE NEL QUESTIONARIOANCHE LA FACOLTA' CUI LE COMPILATRICI ONO ISCRITTE?
Vale o Pina di qui a mercoledì, appena il questionario è pronto anche graficamente vanno al centro Stampa di ateneo e ne fanno 500 copie. Mercoledì ce le dividiamo e decidiamo come distribuire. Sicuramente ne daremo copia ai docenti che iniziano lezioni adesso, chiedendo di darli in classe, poi si tratta di capire come distribuirli nelle varie facoltà. Si è pensato che il metodo migliore per la raccolta è di fissare dei punti, indicati sul questionario, a cui riportarlo (Portineria S. Galgano e S. Niccolò, da inseire nel questionario appaena Michela riceve ok dal preside. Ma vogliamo chiedere anche alle diverse portinerie delle facoltà a cui li lasciamo o si allungano troppo i tempi?)
3)Il gruppo concorda con Michela che sottolinea la necessità di “farci vedere”, ovvero organizzare delle prime uscite pubbliche. Le stesse,ora che il questionario è momentaneamente in standby causa compilazione dello stesso (e comunque dopo si costituirà u gruppo apposito che procederà in autonomia rispetto ai seminari), possono esere pensate e organizzate parallelmente al lavoro che facciamo sul glossario nei mercoledì.
La prima iniziativa potrebbe essere questa: un mercoledì sotto l'8 marzo (il 4 o 11) vorremmo proiettare uno o entrambi i film di Alina Marazzi, “Vogliamo anche le rose” e “Una sola ti vorrei”, una proiezione minimal da fare a Lettere, con dibattito annesso, e che se poi riceve adesioni si può anche pensare di replicare più in grande. Io se siete d'accordo, ma ne parliamo, vorrei coinvolgere (nel senso di far sapere e dare diffusione tramite quel contatto) gli studenti e dottorandi di cinema che fanno parte di LevelFive, l'associazione che abbiamo fondato e che prosegue l'opera di Marco Dinoi.
In ogni caso, per ufficializzare l'iniziativa, Michela ne vorrebbe dare l'annuncio al consiglio di facoltà prossimo del 18 febbraio.
4)La “staffetta contro la violenza” di cui ha parlato Pina (vedi suo post nel blog nostro e mail). Potrebbe essere un'ottima occasione per fare rete tra organizzazioni femminili/femministe e non che sono presenti sul territorio (dal centro donne migranti della corte dei miracoli, da lettere alle contrade al comitato pari opportunità). Pina pensava a una notte bianca in cui tutta la città è “in festa” intorno al tema della violenza sulle donne, occasione che può liberare grandi energie creative. Si tiene dal 26 giungo al 16 luglio. Noi gruppo donne entriamo nel comitato organizzativo o direttivo e iniziamo a pensarci, occupandoci magari di lettere, per riempirla di cose da fare. Chiediamo patrocinio al comune.
A questo si collegano già due progetti:
a) Me ne ha parlato Francesca Balestra oggi: alla riunione del comitato pari opportunità hanno proposto di usare anche l'8 marzo come momento di “lancio” di questa iniziativa e di avvio di un percorso di riflessione e azione intorno al tema della violenza sulle donne. Così l'idea sarebbe di selezionare altri 3 film (oltre a quello/i della Marazzi) che trattino il tema. Pensiamoci già tutte. Io per adesso ho chiesto al laboratorio cinematografico di lettere qualche titolo, e pare che un paio di anni fa Marco Dinoi avesse portato dei dvd proprio per un'iniziativa del CPO. Non so dunque se sarebbe una ripetizione, in ogni caso i dvd- che ho preso – sono:
La vita segreta delle parole, Coixet, 2005
Moolaadé, Sembene, 2004
Water, Deepa Mehta, 2005
Confortorio, Benvenuti, 1992 (ma non sappiamo se è o meno in tema).
La mia super segretaria di dipartimento, Linda Ippolito, consigliava anche:
La sconosciuta, Tornatore, 2008
Racconti di Stoccolma
Altre proposte?
b) Tra le cose che organizziamo noi per la staffetta/notte bianca potrebbe esserci una prima tavola rotonda sul tema della rappresentazione mediale della violenza sulle donne, per denunciare le sistematiche strumentalizzazioni del fenomeno a scopo di consenso politico/controllo sociale nell'ambito della svolta securitaria che stiamo attraversando. Io ci stavo già un po' lavorando, almeno come bozza di bozza di progetto, e appena lo sistemo ve lo mando: la mia idea sarebbe di fare un confronto fra tre agende: quella della politica, quella dei media, quella dell'opinione pubblica (quindi anche con una parte di analisi della ricezione). Ho letto cose veramente interessanti su questo tema. Se ci piace, se funziona, se riusciamo a tagliarlo in modo da poterne fare punto di convergenza dei saperi, delle prospettive disciplinari e degli approcci metodologici presentati entro il gruppo, potremmo penare di presentarlo il prossimo anno come PAR, POR, PRIN. FIRB o un altra qualsiasi formula. In questo modo ci posizioneremmo su una tematica di sicura attualità e urgenza politica e sociale, ma senza rinunciare a esprimere, come gruppo, anche una progettualità e valenza e visibilità scientifica. Anche nell'interesse di chi ancora è studentessa, no?
5)In seguito alla denuncia di Pina sullo stato di emergenza e totale abbandono in cui versa la segreteria studenti, nodo vitale del funzionamento dell'ateneo, e della sua idea di favorire un momento di confronto con tutte le componenti dell'ateneo, si decide di costituirsi “parte in causa” come gruppo donne per richiamare l'attenzione su questo problema in un'occasione istituzionale. Pensiamo che sia molto utile per il problema locale ma anche per quello generale: un modo per iniziare a far circolare e iniettare sane dosi di differenza nel corpo cianotico del nostro ateneo; un modo per esportare quella diversa cultura professionale che rivendichiamo come femminile, quel diverso modo di stare nelle istituzioni, di svolgere i ruoli che tutte svolgiamo, la nostra capacità di costruire relazioni - fondamentali in questo caso - la nostra volontà di prenderci cura di cose e persone, di sicuro l'unico possibile antidoto a questo momento di lassismo, indifferenza, individualismo e degrado materiale e morale in cui l'università si sta ficcando, insieme al resto del paese. E poi può servirci anche per misurarci con questa cultura di cui ci autoproclamiamo vestali. Dove è? In cosa si concretizza? Come si applica? E' davvero matura? Guardate, secondo me questo piccolo passo proposto da Pina può veramente essere rivoluzionario....
Michela nel frattempo si muove per capire quale è la formula migliore per costituirsi parte in causa.
ecco il report dell'ultimo incontro. Per maggiore organicità, inserirò i punti relativi a progetti specifici anche nelle apposite sezioni, in modo che per ogni progetto/gruppo di lavoro sia più facile controllare lo "stato dell'arte".
Cosa tecnica: ordiniamo i post. Creiamo un'altra sezione, magari titolata “Progetto contro la violenza sulle donne” o “staffetta antiviolenza”, dove metteremo le comunicazioni realative alla staffetta e le belle riflessioni in tema che già diverse di noi stanno postando. Le autrici dei post in questione, se possono, dovrebbero cortesemente modificare i post cliccando sull'icona con la matitina e inserendo nella barra etichetta il nome della sezione, così tutti i post si spostano lì ed è più facile ricostruire lo “storico”.
Procediamo:
la prossima volta che una di noi accenna alla mancanza di obiettivi concreti io credo che dovrò sostenermi con generi di conforto non necessariamente legali, ve lo dico. Un'ora e mezzo mi c'è voluto per riassumere i progetti e le iniziative venute fuori nel solo incontro di mercoledì, acciderba a voi!
Forza forza che siamo davvero vicine a produrre un piccolo ma significativo punto di frattura nella crosta di apatia, indolenza e cinismo che sta ricoprendo il mondo universitario fuori dall'aula M.
Dunque tirate un sospiro, fate un sorriso e iniziate la lettura:
1)per il prossimo mercoledì tutte convocate: iniziamo finalmente il progetto “Glossario” procedendo come stabilito, ovvero portando ognuna il proprio “oggetto culturale/manufatto/manutenuto che dir si voglia”. Tutte abbiamo ribadito la necessità di ripartire da quello come condizione necessaria per posizione intellettuale comune da portar anche all'esterno.
2)Questionario sull'identità di genere: caso finalmente archiviato. Abbiamo raggiunto una versione definitiva, che Valentina impaginerà, e possiamo procedere alla distribuzione.
DOMANDA: CHIEDIAMO DI INDICARE NEL QUESTIONARIOANCHE LA FACOLTA' CUI LE COMPILATRICI ONO ISCRITTE?
Vale o Pina di qui a mercoledì, appena il questionario è pronto anche graficamente vanno al centro Stampa di ateneo e ne fanno 500 copie. Mercoledì ce le dividiamo e decidiamo come distribuire. Sicuramente ne daremo copia ai docenti che iniziano lezioni adesso, chiedendo di darli in classe, poi si tratta di capire come distribuirli nelle varie facoltà. Si è pensato che il metodo migliore per la raccolta è di fissare dei punti, indicati sul questionario, a cui riportarlo (Portineria S. Galgano e S. Niccolò, da inseire nel questionario appaena Michela riceve ok dal preside. Ma vogliamo chiedere anche alle diverse portinerie delle facoltà a cui li lasciamo o si allungano troppo i tempi?)
3)Il gruppo concorda con Michela che sottolinea la necessità di “farci vedere”, ovvero organizzare delle prime uscite pubbliche. Le stesse,ora che il questionario è momentaneamente in standby causa compilazione dello stesso (e comunque dopo si costituirà u gruppo apposito che procederà in autonomia rispetto ai seminari), possono esere pensate e organizzate parallelmente al lavoro che facciamo sul glossario nei mercoledì.
La prima iniziativa potrebbe essere questa: un mercoledì sotto l'8 marzo (il 4 o 11) vorremmo proiettare uno o entrambi i film di Alina Marazzi, “Vogliamo anche le rose” e “Una sola ti vorrei”, una proiezione minimal da fare a Lettere, con dibattito annesso, e che se poi riceve adesioni si può anche pensare di replicare più in grande. Io se siete d'accordo, ma ne parliamo, vorrei coinvolgere (nel senso di far sapere e dare diffusione tramite quel contatto) gli studenti e dottorandi di cinema che fanno parte di LevelFive, l'associazione che abbiamo fondato e che prosegue l'opera di Marco Dinoi.
In ogni caso, per ufficializzare l'iniziativa, Michela ne vorrebbe dare l'annuncio al consiglio di facoltà prossimo del 18 febbraio.
4)La “staffetta contro la violenza” di cui ha parlato Pina (vedi suo post nel blog nostro e mail). Potrebbe essere un'ottima occasione per fare rete tra organizzazioni femminili/femministe e non che sono presenti sul territorio (dal centro donne migranti della corte dei miracoli, da lettere alle contrade al comitato pari opportunità). Pina pensava a una notte bianca in cui tutta la città è “in festa” intorno al tema della violenza sulle donne, occasione che può liberare grandi energie creative. Si tiene dal 26 giungo al 16 luglio. Noi gruppo donne entriamo nel comitato organizzativo o direttivo e iniziamo a pensarci, occupandoci magari di lettere, per riempirla di cose da fare. Chiediamo patrocinio al comune.
A questo si collegano già due progetti:
a) Me ne ha parlato Francesca Balestra oggi: alla riunione del comitato pari opportunità hanno proposto di usare anche l'8 marzo come momento di “lancio” di questa iniziativa e di avvio di un percorso di riflessione e azione intorno al tema della violenza sulle donne. Così l'idea sarebbe di selezionare altri 3 film (oltre a quello/i della Marazzi) che trattino il tema. Pensiamoci già tutte. Io per adesso ho chiesto al laboratorio cinematografico di lettere qualche titolo, e pare che un paio di anni fa Marco Dinoi avesse portato dei dvd proprio per un'iniziativa del CPO. Non so dunque se sarebbe una ripetizione, in ogni caso i dvd- che ho preso – sono:
La vita segreta delle parole, Coixet, 2005
Moolaadé, Sembene, 2004
Water, Deepa Mehta, 2005
Confortorio, Benvenuti, 1992 (ma non sappiamo se è o meno in tema).
La mia super segretaria di dipartimento, Linda Ippolito, consigliava anche:
La sconosciuta, Tornatore, 2008
Racconti di Stoccolma
Altre proposte?
b) Tra le cose che organizziamo noi per la staffetta/notte bianca potrebbe esserci una prima tavola rotonda sul tema della rappresentazione mediale della violenza sulle donne, per denunciare le sistematiche strumentalizzazioni del fenomeno a scopo di consenso politico/controllo sociale nell'ambito della svolta securitaria che stiamo attraversando. Io ci stavo già un po' lavorando, almeno come bozza di bozza di progetto, e appena lo sistemo ve lo mando: la mia idea sarebbe di fare un confronto fra tre agende: quella della politica, quella dei media, quella dell'opinione pubblica (quindi anche con una parte di analisi della ricezione). Ho letto cose veramente interessanti su questo tema. Se ci piace, se funziona, se riusciamo a tagliarlo in modo da poterne fare punto di convergenza dei saperi, delle prospettive disciplinari e degli approcci metodologici presentati entro il gruppo, potremmo penare di presentarlo il prossimo anno come PAR, POR, PRIN. FIRB o un altra qualsiasi formula. In questo modo ci posizioneremmo su una tematica di sicura attualità e urgenza politica e sociale, ma senza rinunciare a esprimere, come gruppo, anche una progettualità e valenza e visibilità scientifica. Anche nell'interesse di chi ancora è studentessa, no?
5)In seguito alla denuncia di Pina sullo stato di emergenza e totale abbandono in cui versa la segreteria studenti, nodo vitale del funzionamento dell'ateneo, e della sua idea di favorire un momento di confronto con tutte le componenti dell'ateneo, si decide di costituirsi “parte in causa” come gruppo donne per richiamare l'attenzione su questo problema in un'occasione istituzionale. Pensiamo che sia molto utile per il problema locale ma anche per quello generale: un modo per iniziare a far circolare e iniettare sane dosi di differenza nel corpo cianotico del nostro ateneo; un modo per esportare quella diversa cultura professionale che rivendichiamo come femminile, quel diverso modo di stare nelle istituzioni, di svolgere i ruoli che tutte svolgiamo, la nostra capacità di costruire relazioni - fondamentali in questo caso - la nostra volontà di prenderci cura di cose e persone, di sicuro l'unico possibile antidoto a questo momento di lassismo, indifferenza, individualismo e degrado materiale e morale in cui l'università si sta ficcando, insieme al resto del paese. E poi può servirci anche per misurarci con questa cultura di cui ci autoproclamiamo vestali. Dove è? In cosa si concretizza? Come si applica? E' davvero matura? Guardate, secondo me questo piccolo passo proposto da Pina può veramente essere rivoluzionario....
Michela nel frattempo si muove per capire quale è la formula migliore per costituirsi parte in causa.
lunedì 2 febbraio 2009
alcune riflessioni.....
Salve a tutte!
Purtroppo anche questo fine settimana è stato segnato dall'ennesimo caso di violenza, questa volta ai danni di un senzatetto di origini indiane, bruciato vivo dentro alla stazione di Nettuno, da tre ragazzi, che volevano solo "provare un'emozione forte". Una spirale di violenza che sembra non arrestarsi e che colpisce donne, immigrati, persone che vivono situazioni di disagio economico e sociale e che per questo diventano facili bersagli.
Più volte, in questi mesi, ci siamo interrogate sul ruolo del gruppo; una delle questioni, che almeno per me, è ancora sul tavolo, è proprio il legame diretto che il gruppo dovrebbe costruire con la realtà politica che ci circonda. Dopo questa prima fase di "collaudo", necessaria nel percorso di costruzione della nostra identità, è forse arrivato il momento di fare un salto in avanti, riflettendo e avviando un' elaborazione critica di ciò che sta accadendo in questo particolare momento storico.
Affinchè gli ultimi fatti di cronaca non si perdano nel rumore mediatico o vengano banalizzati, è necessario più che mai leggere la realtà con le "competenze" che fino a questo momento abbiamo acquisito, proprio per costruire una posizione forte che le rifletta.
Questa è la necessità che avverto: mettere a frutto il faticoso percorso di questi mesi per incidere direttamente sul contesto in cui ci muoviamo ogni giorno e con cui dobbiamo fare i conti.
Non so se sono stata chiara, anche perchè ancora devo raccogliere pensieri e idee.
Ci vediamo mercoledi!
Sonia
Purtroppo anche questo fine settimana è stato segnato dall'ennesimo caso di violenza, questa volta ai danni di un senzatetto di origini indiane, bruciato vivo dentro alla stazione di Nettuno, da tre ragazzi, che volevano solo "provare un'emozione forte". Una spirale di violenza che sembra non arrestarsi e che colpisce donne, immigrati, persone che vivono situazioni di disagio economico e sociale e che per questo diventano facili bersagli.
Più volte, in questi mesi, ci siamo interrogate sul ruolo del gruppo; una delle questioni, che almeno per me, è ancora sul tavolo, è proprio il legame diretto che il gruppo dovrebbe costruire con la realtà politica che ci circonda. Dopo questa prima fase di "collaudo", necessaria nel percorso di costruzione della nostra identità, è forse arrivato il momento di fare un salto in avanti, riflettendo e avviando un' elaborazione critica di ciò che sta accadendo in questo particolare momento storico.
Affinchè gli ultimi fatti di cronaca non si perdano nel rumore mediatico o vengano banalizzati, è necessario più che mai leggere la realtà con le "competenze" che fino a questo momento abbiamo acquisito, proprio per costruire una posizione forte che le rifletta.
Questa è la necessità che avverto: mettere a frutto il faticoso percorso di questi mesi per incidere direttamente sul contesto in cui ci muoviamo ogni giorno e con cui dobbiamo fare i conti.
Non so se sono stata chiara, anche perchè ancora devo raccogliere pensieri e idee.
Ci vediamo mercoledi!
Sonia
domenica 1 febbraio 2009
staffetta antiviolenza
Venerdi ho ricevuto un’email di Chiara, dell’Associazione Donna chiama Donna (centro antiviolenza di Siena), in cui mi/ci informava di un’iniziativa dell’UDI contro la violenza sulle donne: una staffetta già partita, che percorrerà per un anno tutta l’Italia, e che toccherà Siena quest’estate. Lunedi 2 febbraio, alle 16.00, presso l’associazione, si svolgerà l’incontro in cui saranno definite le modalità di partecipazione.
Io vado. Chi vuole venire può contattarmi lunedi mattina, cioè domani. Manderò un’email a tutte con il mio numero di cellulare.
Qui di seguito l’email di Chiara e la comunicazione dell’UDI.
Ciao
Pina
Buongiorno e buon anno a tutte,
vi scriviamo per informarvi di un’iniziativa a cui vorremmo partecipare e a cui vorremmo partecipare assieme a voi.
Verso settembre arrivò una mail dall’UDI nazionale di Roma che ci informava di una staffetta contro il femminicidio che avrebbe preso il via nel novembre 2008 e che avrebbe percorso in un anno tutta l’Italia (vi alleghiamo l’informativa pervenutaci).
L’idea ci era piaciuta molto e abbiamo preso dei contatti per capire meglio il suo funzionamento. Attualmente siamo in contatto con l’UDI di Firenze che ha stabilito la prossima riunione organizzativa verso i primi di febbraio.
La staffetta passerà in toscana tra il 27 giugno e il 17 luglio (verrà definito il giorno in cui passerà da Siena nella prossima riunione di febbraio). La nostra associazione vorrebbe accogliere l’anfora simbolica; avevamo pensato per l’occasione di proporre uno spettacolo di danza indiana di una compagnia che conosciamo e che ci ha dato la sua disponibilità, e che collabora con un’associazione in India che si occupa di bambine abbandonate in quanto bambinE.
Ci farebbe molto piacere poter organizzare e condividere questa esperienza tutte assieme. Potrebbe essere un’occasione per lavorare e conoscerci personalmente, un modo per dare voce a problemi delle donne che tutte noi tocchiamo con mano quotidianamente visto anche la risonanza nazionale di questa iniziativa.
Vi invitiamo quindi a partecipare a una riunione di preparazione e confronto lunedì 2 febbraio alle 16 presso la nostra associazione che si trova nei locali della pubblica assistenza in viale Mazzini 95.
E’ graditissima una conferma della vostra presenza e una diffusione di questa iniziativa a tutte le donne che potrebbero essere interessate.
Chiara
COMUNICATO UDI NAZIONALE
staffetta di donne contro la violenza
Vogliamo lottare contro la violenza sessuata e il femminicidio. Per farlo vogliamo dire CHI siamo, senza mettere distanza tra noi e le altre, perché non siamo né estranee né privilegiate e non pretendiamo che una donna sola faccia quello che tutte non riusciamo a fare: far smettere la violenza che tutte subiamo!
Il primo obiettivo è dunque di agire culturalmente per far smettere il femminicidio.
Vogliamo innanzitutto dire a voce alta che il mestiere più antico del mondo non è la prostituzione, ma lo stupro, è quello del violentatore.
Per questo vogliamo incontrarci con le donne, con tutte, ovunque, pubblicamente.
Per questo l'UDI indice una Staffetta di donne contro la violenza che partirà il 25 Novembre 2008, giornata internazionale contro la violenza alle donne, e si chiuderà esattamente un anno dopo, sempre il 25 novembre.
La staffetta partirà da Niscemi, dove è stata assassinata Lorena.
E si chiuderà a Brescia, dove è stata sgozzata Hiina.
Simbolo e testimone della Staffetta dell’Udi sarà un'anfora con due manici in modo che possa essere portata da due donne, a significare l'importanza della relazione per noi.
In ogni paese o città in cui la Staffetta passerà, le due donne che l’hanno avuta in consegna la consegneranno ad altre due, pubblicamente.
In ogni luogo dove la Staffetta passerà, le donne che si faranno carico del suo passaggio potranno imbastire iniziative pubbliche le più varie, seminari, dibattiti, mostre, proiezioni video, eccetera.
Strada facendo, ogni donna potrà avvicinarsi e mettere nell’anfora un biglietto con i propri pensieri, denunce, parole o immagini.
Parteciperanno alla staffetta tutte le donne, dell’UDI e non, che daranno la loro disponibilità a udinazionale@gmail.com entro il 30 settembre 2008, in modo che si possa cominciare a costruire un itinerario nazionale.
La Staffetta sarà organizzata solo da donne singole o associazioni di donne - sono escluse rappresentanze di partiti - deve essere un evento pubblico che ciascuna caratterizzerà come riterrà più opportuno e sarà autofinanziata.
Il sito dell’Udi – www.udinazionale.org - a partire dal novembre 2008, seguirà passo dopo passo la Staffetta, dando il resoconto delle iniziative svolte e l’appuntamento per quelle successive.
UDI - Unione Donne in Italia
Sede nazionale – Archivio centrale
via dell’Arco di Parma 15, 00186, Roma tel 06 6865884
E questo è il resto.
Io vado. Chi vuole venire può contattarmi lunedi mattina, cioè domani. Manderò un’email a tutte con il mio numero di cellulare.
Qui di seguito l’email di Chiara e la comunicazione dell’UDI.
Ciao
Pina
Buongiorno e buon anno a tutte,
vi scriviamo per informarvi di un’iniziativa a cui vorremmo partecipare e a cui vorremmo partecipare assieme a voi.
Verso settembre arrivò una mail dall’UDI nazionale di Roma che ci informava di una staffetta contro il femminicidio che avrebbe preso il via nel novembre 2008 e che avrebbe percorso in un anno tutta l’Italia (vi alleghiamo l’informativa pervenutaci).
L’idea ci era piaciuta molto e abbiamo preso dei contatti per capire meglio il suo funzionamento. Attualmente siamo in contatto con l’UDI di Firenze che ha stabilito la prossima riunione organizzativa verso i primi di febbraio.
La staffetta passerà in toscana tra il 27 giugno e il 17 luglio (verrà definito il giorno in cui passerà da Siena nella prossima riunione di febbraio). La nostra associazione vorrebbe accogliere l’anfora simbolica; avevamo pensato per l’occasione di proporre uno spettacolo di danza indiana di una compagnia che conosciamo e che ci ha dato la sua disponibilità, e che collabora con un’associazione in India che si occupa di bambine abbandonate in quanto bambinE.
Ci farebbe molto piacere poter organizzare e condividere questa esperienza tutte assieme. Potrebbe essere un’occasione per lavorare e conoscerci personalmente, un modo per dare voce a problemi delle donne che tutte noi tocchiamo con mano quotidianamente visto anche la risonanza nazionale di questa iniziativa.
Vi invitiamo quindi a partecipare a una riunione di preparazione e confronto lunedì 2 febbraio alle 16 presso la nostra associazione che si trova nei locali della pubblica assistenza in viale Mazzini 95.
E’ graditissima una conferma della vostra presenza e una diffusione di questa iniziativa a tutte le donne che potrebbero essere interessate.
Chiara
COMUNICATO UDI NAZIONALE
staffetta di donne contro la violenza
Vogliamo lottare contro la violenza sessuata e il femminicidio. Per farlo vogliamo dire CHI siamo, senza mettere distanza tra noi e le altre, perché non siamo né estranee né privilegiate e non pretendiamo che una donna sola faccia quello che tutte non riusciamo a fare: far smettere la violenza che tutte subiamo!
Il primo obiettivo è dunque di agire culturalmente per far smettere il femminicidio.
Vogliamo innanzitutto dire a voce alta che il mestiere più antico del mondo non è la prostituzione, ma lo stupro, è quello del violentatore.
Per questo vogliamo incontrarci con le donne, con tutte, ovunque, pubblicamente.
Per questo l'UDI indice una Staffetta di donne contro la violenza che partirà il 25 Novembre 2008, giornata internazionale contro la violenza alle donne, e si chiuderà esattamente un anno dopo, sempre il 25 novembre.
La staffetta partirà da Niscemi, dove è stata assassinata Lorena.
E si chiuderà a Brescia, dove è stata sgozzata Hiina.
Simbolo e testimone della Staffetta dell’Udi sarà un'anfora con due manici in modo che possa essere portata da due donne, a significare l'importanza della relazione per noi.
In ogni paese o città in cui la Staffetta passerà, le due donne che l’hanno avuta in consegna la consegneranno ad altre due, pubblicamente.
In ogni luogo dove la Staffetta passerà, le donne che si faranno carico del suo passaggio potranno imbastire iniziative pubbliche le più varie, seminari, dibattiti, mostre, proiezioni video, eccetera.
Strada facendo, ogni donna potrà avvicinarsi e mettere nell’anfora un biglietto con i propri pensieri, denunce, parole o immagini.
Parteciperanno alla staffetta tutte le donne, dell’UDI e non, che daranno la loro disponibilità a udinazionale@gmail.com entro il 30 settembre 2008, in modo che si possa cominciare a costruire un itinerario nazionale.
La Staffetta sarà organizzata solo da donne singole o associazioni di donne - sono escluse rappresentanze di partiti - deve essere un evento pubblico che ciascuna caratterizzerà come riterrà più opportuno e sarà autofinanziata.
Il sito dell’Udi – www.udinazionale.org - a partire dal novembre 2008, seguirà passo dopo passo la Staffetta, dando il resoconto delle iniziative svolte e l’appuntamento per quelle successive.
UDI - Unione Donne in Italia
Sede nazionale – Archivio centrale
via dell’Arco di Parma 15, 00186, Roma tel 06 6865884
E questo è il resto.
Incontro del 28 gennaio 2009
Ciao a tutte.
Mercoledi abbiamo deciso di mettere il punto al questionario, nel senso che l’abbiamo ridiscusso nella bozza che ne aveva Elisa, e ora ne va preparata la stesura definitiva sugli aggiornamenti di dicembre scorso che manderò ad Elisa per email.
Elisa e Michela sono andate via alle 15.00 per partecipare al Consiglio di Facoltà, e siamo rimaste in cinque. Registro con piacere l’entrata nel gruppo di Mandana, Iraniana, che con la sua esperienza biografica e le sue competenze sul genere ha già arricchito le nostre riflessioni con il suo entusiasmo.
Nell’incontro è uscita forte l’intenzione di riformularci, di capire a che punto è il gruppo, di richiederci il perché siamo qui, di definire cosa vogliamo fare di questo spazio.
Mercoledì prossimo portiamo il manufatto! Come abbiamo detto altre volte, esplicitiamo a noi stesse e alle altre quale sia stato il gesto, la lettura, il fatto, l’atto, il “manotenuto” che ci fa essere qui (se ci fa essere).
E poi partiamo con le iniziative. Anche su suggerimento di Mandana, potremmo portare ognuna la nostra competenza per dire “io voglio fare questo/parlare di questo” e organizzare dei momenti di riflessione pubblica.
Vi saluto e vi aspetto tutte mercoledi prossimo.
Pina
Mercoledi abbiamo deciso di mettere il punto al questionario, nel senso che l’abbiamo ridiscusso nella bozza che ne aveva Elisa, e ora ne va preparata la stesura definitiva sugli aggiornamenti di dicembre scorso che manderò ad Elisa per email.
Elisa e Michela sono andate via alle 15.00 per partecipare al Consiglio di Facoltà, e siamo rimaste in cinque. Registro con piacere l’entrata nel gruppo di Mandana, Iraniana, che con la sua esperienza biografica e le sue competenze sul genere ha già arricchito le nostre riflessioni con il suo entusiasmo.
Nell’incontro è uscita forte l’intenzione di riformularci, di capire a che punto è il gruppo, di richiederci il perché siamo qui, di definire cosa vogliamo fare di questo spazio.
Mercoledì prossimo portiamo il manufatto! Come abbiamo detto altre volte, esplicitiamo a noi stesse e alle altre quale sia stato il gesto, la lettura, il fatto, l’atto, il “manotenuto” che ci fa essere qui (se ci fa essere).
E poi partiamo con le iniziative. Anche su suggerimento di Mandana, potremmo portare ognuna la nostra competenza per dire “io voglio fare questo/parlare di questo” e organizzare dei momenti di riflessione pubblica.
Vi saluto e vi aspetto tutte mercoledi prossimo.
Pina
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