lunedì 16 febbraio 2009

REPORT 11 FEBBRAIO

REPORT INCONTRO 11 FEBBRAIO

Si è parlato sostanzialmente delle Staffetta contro la violenza sulle donne e delle proiezioni di marzo.
Questo è un breve resoconto delle idee a cui abbiamo pensato, come gruppo “Presenti, differenti”, per contribuire alla Staffetta contro la violenza sulle donne nella giornata (o giornate) che interesseranno Siena.

Il progetto complessivo che abbiamo ipotizzato prevede la realizzazione di una giornata o più che vedranno l'intera città “mobilitata” su questo tema, attraverso iniziative svolte anche contestualmente in luoghi diversi. Per adesso abbiamo pensato a:
1.coinvolgere Gianna Nannini, che sta lavorando a un progetto su Pia de'Tolomei, figura fortemente radicata nella storia e nella tradizione senese, e quindi punto di aggregazione ottimale della città sul tema della violenza sulle donne; anche la presenza della Nannini, celebrità locale, naturalmente consentirebbe un più ampio coinvolgimento della cittadinanza.
2.Il “cantare della Pia”: collegato al punto precedente, magari da svolgere prima o in un momento diverso, per rafforzare la tematizzazione della figura della Pia. Si tratta di opere musicali in ottava rima, che, pare, alcuni senesi conoscano (ci stiamo informando)
3.Staffetta di letture di testi delle o sulle donne, dalla prosa alla saggistica alla poesia alla cronaca, che vengono proposti e letti dal nostro gruppo e da chiunque altro voglia, magari coinvolgendo estemporaneamente il pubblico.
4.Coinvolgere il Cinema in Fortezza, per organizzare proiezione in tema e dibattiti annessi. Potrebbe essere un proseguo del breve ciclo di proiezioni che faremo a marzo, in occasione dell'8 marzo, come primo “lancio” della staffetta (ogni mercoledì proietteremo un film nella sala cinema della nostra facoltà, e abbiamo selezionato questi titoli: La vita segreta delle parole (Coixet); Un'ora sola ti vorrei (Marazzi); Ti do i miei occhi (Bollaín); Magdalene.
Il film di apertura dell'eventuale proiezione da tenere per la staffetta potrebbe essere “Racconti di Stoccolma”, se non lo proiettiamo prima (abbiamo in mente di provare a proseguire il ciclo di marzo anche ad aprile e maggio, per “traghettarci” gradualmente verso la staffetta e favorire la crescita dell'attenzione sul tema).
5.Da definire meglio, e ancora in forse perché prevede tempi di realizzazione lunghi: una tavola rotonda, in cui invitare figure professionali diverse, che consentano una triangolazione di sguardi sulle caratteristiche del fenomeno da un lato e sul modo in cui lo si rappresenta e/o affronta in contesti diversi. Più precisamente, l'idea alla base della tavola rotonda potrebbe essere quella di mettere a confronto 2 punti di vista in particolare:
a) i “tecnici del settore”, ovvero quelle categorie professionali che in virtù della loro expertise (avvocati, medici, operatori di strutture di accoglienza ecc.) posseggono uno sguardo dall'interno e competente (persone che lavorano presso centri di accoglienza per donne vittime di violenza, avvocati specializzati nel trattamento di questi casi, medici, donne poliziotto, ecc.). Potrebbero riportare anche dati sui contorni quantitativi del fenomeno (diffusione geografica,caratteristiche anagrafiche dei carnefici e delle vittime, tipologia di contesti in cui matura la violenza,ecc.)
b) gli operatori dei media (giornalisti che abbiano seguito casi simili, registi e autori televisivi che hanno realizzato documentari in tema, ecc.): coloro, cioè, che divulgano la conoscenza su questo tema, informando il grande pubblico e contribuendo in prima persona a creare l'immaginario sociale intorno allo stesso. Ad esempio, attraverso il confronto con le testimoniane della prima categoria, potrebbe essere interessante capire quali sono le logiche attraverso cui le rappresentazioni mediali creano l'immaginario sulla violenza e in che rapporto sta con la realtà: quali casi, quali storie vengono selezionate dalle notizie? Cosa le rende “interessanti”? Riflettono la reale conformazione del fenomeno? Ecc.

Altre idee hanno a che vedere con soggetti e gruppi attivi sul territorio, la cui collaborazione potrebbe rendere più capillare il coinvolgimento cittadino:
le donne delle contrade
il centro Mara Meoni, che potrebbe organizzare una mostra sul tema del femminismo negli anni '70 (è un gruppo adatto anche perché un momento molto importante nella sua costituzione è stato lo stupro avvenuto a Siena in quegli anni)
Il centro donne migranti
L'Istituto storico resistenza, dove lavora un'antropologa da coinvolgere.

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