Prima di dedicarci alle riflessioni sull'oggetto della settimana, il film di Ettore Scola, "Una giornata particolare", abbiamo parlato degli innumerevoli eventi previsti per questo denso mese di novembre:
- 14 Novembre: mostra dell'archivio storico dell'UDI
- 18 Novembre: la prof. Balestra organizza un incontro sulla questione di genere. Elisa farà un intervento sul documentario "Il corpo delle donne". Per chi non lo avesse ancora visto, questo è il link: http://www.ilcorpodelledonne.net/.
- 25 Novembre: il gruppo deve ancora definire nello specifico i termini della proiezione del film "Una giornata particolare"; l'idea era di coinvolgere anche il movimento pansessuale di Siena.
-28 Novembre: manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne a Roma .
-Elisa ha parlato poi di tutta una serie di iniziative che si svolgeranno a Roma, sempre in questo periodo, come ad esempio la notte rosa; purtroppo non mi sono appuntata le date, magari la prossima volta Elisa ci fa un riassunto veloce.
Abbiamo parlato ancora dell'idea, lanciata da Pina, ma condivisa con entusiasmo dalle presenti agli ultimi incontri, di ospitare a Siena (o presso la Facoltà di Lettere oppure nell'atrio del Comune), la mostra fotografica "Ma-donne" di Roberta Torre (la regista di "Tano da morire"), esposta fino a qualche tempo fa a Palermo. Gli scatti che abbiamo visto sono davvero originali e rileggono con ironia alcuni degli stereotipi più comuni; questo è un link con alcune foto: http://trovacinema.repubblica.it/multimedia/copertina/colorate-e-barocche-le-ma-donne-di-roberta-torre/5321604.
L'idea è quella di capire innanzitutto se Roberta Torre sia eventualmente disponibile a organizzare a Siena la mostra; poi dovremmo ancora una volta affrontare la questione "soldi"; chi può finanziare l'evento? L'Università certamente no, ma forse il Comune può essere interessato. La mostra sarebbe il punto di partenza per strutturare una riflessione più articolata, che coinvolga Michela, per quanto riguarda la dimensione filosofica del concetto di Madonne, ma anche l'associazione Marco Dinoi, per ragionare sull'estetica dell'immagine e quindi sulla sua costruzione. Il progetto è ambizioso; nonostante il nostro entusiasmo, la paura è quella di imbarcarci nuovamente in un'avventura faticosa (un po' come è stato per la staffetta), non solo per l'aspetto puramente organizzativo, ma anche per la ricerca di finanziamenti. La questione sarà comunque affrontata nei prossimi incontri; nel frattempo Pina sta cercando di contattare Roberta Torre.
Ma veniamo al glossario; una riflessione postata da Teresa sul film ha innescato una discussione molto importante sul concetto di relazione, che ha riaperto alcuni nodi, che non sono ancora stati del tutto interiorizzati. Ma facciamo un passo indietro; nel film si sviluppa una relazione particolare tra due persone appartenenti a mondi diversi: da un lato Antonietta, casalinga devota alla famiglia e al duce, passiva, assolutamente integrata nel ruolo che la società maschilista del tempo le ha sapientemente ritagliato addosso, e Gabriele, radiocronista omosessuale, epurato dal regime, proprio per il suo orientamento sessuale. I due si incontrano un po' per caso, si conoscono, cominciano a condividere qualcosa di profondo, che cresce durante tutto il film, per poi scoppiare alla fine.
Teresa riflette dunque sulle modalità di relazione che le donne riescono a costruire, con fatica, ma anche con coraggio, come accade ad Antonietta. Una donna che, cresciuta in un contesto politico e culturale votato al conformismo, accetta l'incontro/scontro con l'altro, per mettere in discussione se stessa e quindi la propria storia personale. L'oggetto è dunque la relazione che supera la dimensione puramente conoscitiva, per diventare pratica politica, generatirice di effetti direttamente incidenti nella società.
A questo punto è Lola ad interrogarsi sulla "qualità" delle relazioni interne al nostro gruppo. Tema che ci riporta ad affrontare il rapporto dovere/potere. Che tipo di relazione costruiamo nel gruppo? Quali sono i presupposti relazionali fondamentali, affinchè il gruppo tenga?
Lola ha riscontrato la difficoltà personale di esprimere apertamente alcune questioni, avvertite come problematiche, per non compromettere l'equilibrio del gruppo, caratterizzato da una certa fragilità nei rapporti. Lola usa la parola pudore, per indicare questa inacapacità di costruire un confronto/scontro reale, anche per la presenza di molti "non detti". Questa debolezza nei rapporti finisce per tradursi in una mancanza di partecipazione concreta e di condivisione del gruppo alle iniziative che vengono organizzate.
Pina prende la parola e descrive il proprio rapporto con il gruppo: "Mi sono affidata al gruppo sentendolo come spazio vivo di discussione e di libertà". Pina mette in luce l'importanza del riconoscimento ricevuto dal gruppo e del suo sentirsi libera di esprimere ciò che è, senza il bisogno di ricorerre a delle maschere.
Il tema della libertà ci porta a riflettere sul concetto di partecipazione; Elisa descrive il gruppo come una sorta di "aria di ristoro", di benessere, una zona di rielaborazione dell'esperienza privata e pubblica che la aiuta anche ad uscire dalle dinamiche di potere che si sviluppano nella sfera lavorativa.
In questo contesto c'è la difficoltà di ognuna delle presenti di delineare con chiarezza le zone di azione esercitate rispettivamente dal potere (cioè ciò che ognuna di noi può fare in relazione al proprio tempo, ai propri impegni, alle proprie aspettative...) e dal dovere (dimensione che riguarda l'impegno concreto, la capacità dei singoli di "prendersi sul serio", la volontà di sostenere le iniziative del gruppo).
1 commento:
Salve,
scrivo a nome del Movimento Pansessuale, ci siamo imbattuti per caso in questa pagina e abbiamo visto l'idea per una collaborazione.
Saremmo interessati a parlarne, sia via e-mail che di persona, non ho trovato un vostro recapito ma se siete interessate potete contattarci all'indirizzo:
movimentopansessuale(at)gmail.com
Grazie
Alice
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