lunedì 10 ottobre 2011

Report 5 ottobre 2011










Presenti: Rita, Pina, Giulia, Teresa, Alessia, Ottavia e Mandana
Luogo: Sala riunione della Presidenza

Ragazze ben ritornate.
… E poi, dopo tutto, quest’estate non mi è sembrato cosi lunga.
Mercoledi scorso le signore erano vivaci e piene di energia positiva, pronte a interagire e confrontarsi.
Cominciamo con la proposta di Alessia: la manifestazione del 15 ottobre “Gli Indignati” a Roma. Credo che in questo momento storico con diversi problemi sociali che i politici vorrebbero affrontare creando un nuovo partito, “ Forza gnocca”, sia dovere di ogni cittadina partecipare per dire “ Adesso basta”. Che si fa? Si partecipa ?

Altro argomento.

‘Lottiamo in un quadro esplicitamente religioso per la semplice e buona ragione che l’islam, ai nostri occhi, è portatore di un messaggio profondamente emancipatorio’.
Asma Lamrabet

Come vi ho accennato durante il periodo estivo per quanto riguarda la nostra giornata sul femminismo islamico, io e Teresa, lunedi 3 ottobre siamo riuscite ad avere un colloquio con il prof. Almarai, docente di letteratura araba all’Università per Stranieri di Siena. Gli abbiamo esposto la nostra idea come inizio di una seria di riflessioni e visioni differenti sui due mondi in quest’ambito.
La proposta ha entusiasmato il professore ed abbiamo ipotizzato di organizzare l’evento per fine novembre. La dottoressa Anna Vanzan ha confermato la sua partecipazione e dato disponibilità per il giorno 29 novembre. Inoltre abbiamo pensato che per la tematica il luogo più idoneo fosse l’ Università per Stranieri e a questo proposito abbiamo avuto l’assenso del professore Almarai che chiederà a sua volta nei prossimi giorni il permesso al Rettore dell’Università. Vorrei ricordarvi che Serena Bruttini dell’Ufficio ‘Pari Opportunità’ dell’ Università per Stranieri ha collaborato per contattare il prof. Almarai.
Dopo questa breve parentesi sull’organizzazione, ritorniamo al nostro incontro di mercoledi.
Devo ammettere che non mi aspettavo un tal entusiasmo dalle mie compagne. Pensavo che io e Teresa avremmo dovuto più soffermarci sugli aspetti organizzativi e logistici ed invece ci siamo soffermate molto sui contenuti. Con mia grande sorpresa siamo state tempestate da domande e curiosità delle signore su un mondo tanto vicino ma allo stesso tempo tanto lontano da noi.

Andiamo per ordine; data la vastità e la diversità dell’argomento, abbiamo pensato che il nucleo centrale attorno cui ruotare possa essere l’ultimo libro di Anna Vanzan “ Le donne di Allah, 2010”, che tratta lo sviluppo dei movimenti femministi nei paesi arabi e musulmani, soprattutto negli ultimi vent’anni.
Nonostante gli aspetti contradditori di tali movimenti la maggioranza dei musulmani in questo momento storico sente la necessità di “ … ripensare al rapporto fra la religione, la democrazia e i diritti, inclusi quelli delle donne. Queste ultime, pur conclamando la proprio identità, stanno sfidando i valori dominanti delle loro società, chiedendo la fine delle discriminazioni nei loro confronti e una migliore partecipazione socio- politica in un contesto di maggiore democrazia per tutti”. (A. Vanzan).
Partendo da questo presupposto, le donne musulmane, per la maggior parte appartenenti ad ONG, grazie alle reti di solidarietà si mettono in contatto con le altre donne musulmane per farle conoscere i loro diritti a partire da quelli basilari. Un caso concreto è rappresentato dalle ‘Sisters in Islam’ (SIS), associazione malese guidata da Zeinah Anwar. Per maggiori informazioni vi rimando alla bibliografia in fondo al report.

Come ho accennato sopra gli aspetti contradditori di questi movimenti non sono pochi e alcuni di essi sono emersi anche nel nostro primo incontro; ecco alcune domande / riflessioni:
1-Un movimento islamico viene subito associato al fanatismo che in questi ultimi anni sta dominando il mondo islamico ?
2-Dalle stesse donne di questi paesi sono preferiti i movimenti laici o quelli legati alla religione ?
3-C’è la necessità di un modello proprio per rafforzare l’identità delle donne musulmane in questo momento storico in cui i modelli occidentali sono in declino.
4-C’è bisogno di confronto e dialogo tra i due mondi
5-La questione del velo: il velo non è comunque un simbolo di arretratezza e oppressione?
Ho cercato di essere più sintetica possibile per non stancarvi.
Spero che sia riuscita a riportare gli spunti per cominciare a definire insieme i contenuti del nostro incontro del 29 novembre.

Bibliografia
•Leila Ahmed, Oltre il velo
•Tahar Ben Jelloun, L’islam spiegato ai nostri figli
•Shirine Dakouri, La donna araba tra presenza e assenza – L’Harem del XXI secolo
•Fatima Mernissi, L’harem e l’occidente
•Anna Vanzan, Le donne di Allah – Viaggio nei femminismi islamici

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