Presenti: Teresa, Carla, Pina, Ottavia, Giulia, Serenella, Mandana
L’incontro si è aperto con la discussione sulla proiezione del film “Terra Promessa”di martedì 19 aprile. Le presenti si sono stupite che gli uomini partecipanti siano “scappati” in seguito a delle scene particolarmente forti (stupro/fellatio) e che quindi vi sia stata l’impossibilità di un confronto. Si è riflettuto sul perché di questo quasi sincronizzato abbandono della sala cinema, giungendo alla conclusione che possa essere avvenuto sia per un semplice senso del pudore, sia per il frequente atteggiamento da “affetto da mutismo” che gli uomini dimostrano di fronte a quei temi che concepiscono come strettamente femminili, che possono andare dalla prostituzione alla maternità. Da qui nasce il rifiuto da parte delle presenti di continuare a concepire la prostituzione come una questione unicamente femminile proprio per sfuggire dallo sclerotico e bigotto binomio buone/cattive veicolato e sfruttato dalla destra proprio in seguito al Ruby-gate.
Le questioni affrontate comunque sono state molteplici e cercherò di riportarle a mo’ di elenco:
1) 1- Se la prostituzione è una libera scelta, quanto questa è legata alla natura capitalistica della nostra economia/società? In tempi in cui possiamo vedere una regressiva aziendalizzazione di ciò che non è monetizzabile, come lo stesso diritto alla salute, la vendita del proprio apparato genitale può essere equiparata alla vendita delle proprie braccia in una fabbrica o delle cure di una casalinga o di una badante?
2) 2-In alcuni casi possiamo riconoscere alla prostituta un ruolo sociale, come unica possibilità per soggetti ritardati o handicappati per soddisfare i propri desideri naturali? Nei vecchi ospedali psichiatrici i soggetti maschi venivano fatti “sfogare” per evitare atti violenti mentre le femmine subivano sterilizzazioni o trattamenti farmacologici. Una realtà dunque che giustificava e legittimava l’istinto sessuale maschile mentre negava quello femminile. Tale passata concezione continua a riflettersi oggi nella concezione di un desiderio sessuale maschile incontenibile e incontrollabile e si materializza in alcune pratiche e valori tipici delle principali religioni monoteiste: la circoncisione e la verginità, “l’apertura” e “la chiusura”. Questo determinismo biologico che legittima i desideri del maschio porta a vedere come necessaria la nascita di una medicina di genere che non menta nei sintomi e soprattutto tenga conto dell’importante differenza strutturale.
3) 3-Abbiamo concluso il nostro incontro con la riflessione propostaci da Teresa dopo la lettura del suo “oggetto”. Teresa ha letto un passo tratto dalla biografia di Carla Corso, “Ritratto a tinte forti”, nel quale la Corso sottolinea la sua assoluta lucidità nel scegliere la professione di prostituta, lo stereotipo-necessità di vedere tali donne come vittime, l’ostilità delle donne e di alcune delle femministe e le difficoltà incontrate nelle relazioni sociali. Dopo una testimonianza così forte e decisa abbiamo iniziato a riflettere sulla necessità di analizzare la posizione dell’uomo-cliente, rifiutando, come accennato all’inizio, di concepire la prostituzione come un argomento strettamente femminile e di cercare un confronto con l’opinione maschile. Qui appunto si inserisce la collaborazione con Maschile Plurale e l’iniziativa di proiettare no-stop il video “Da uomo a uomo” in una data ancora da decidere tra il 24-25 maggio o 7-8 giugno.
4) 4-Infine Pina ci ha letto la lettera di Michela.
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