domenica 21 giugno 2009

Vent'anni di liberazione sessuale nel periodo delle grandi rivoluzioni del femminismo che portarano a quelle importanti conquiste che oggi vengono messe in discussione da chi non riesce a capire fino in fondo l'universo femminile: con Vogliamo anche le rose, delizioso documentario, Aline Marazzi riesce a cogliere l'urgenza delle donne di affermare sè stesse e lo fa riportando a galla le parole, mai cosi attuali, di chi, quarant'anni fa, ha combattuto, nel proprio privato o nel fermento della piazza, per far sentire proprio voce.

Alina Marazzi, perchè un altro film sulle donne, dopo i suoi precedenti Un'Ora sola ti vorrei e Per sempre?

A.M. Tutto nasce dall' osservazione del mio presente. Rivisitare la storia di quegli anni parte dall'esigenza di capire delle cose dell'oggi.Io sono del'64 e nel periodo che racconta nel film ero piccola, ma ho fatto in tempo a iscrivermi al liceo alla fine degli anni Settanta, cosi alcune atmosfere me lo ricordo. Sentivo l'esigenza di realizzare questo film perchè volevo capire in che modo vivo le mie relazioni oggi, da dove vengono certi miei comportamenti. mi interessa lavorare sui materiali d'archivio, cercare le tracce, gli indizi con cui mettere insieme la storia, per capire come sono andate le cose. Nel film parlo sopratutto di tre storie private, grazie ai tre diari di altrettante donne, ma la cosa stupefacente di quegli anni è che a un certo punto si scopri le esigenze personali, individuali erano in realtà collettive, quindi sociale e politiche.

Qual è stato il criterio che ha seguito nella scelta del materiale da utilizzare e dei temi da trattare nelle realizzazione del film?

A.M. Ho iniziato il lavoro di ricerca in maniera aperta. Il tema che volevo affrontare era quello della liberazione sessuale in Italia. Inizialmente, si voleva parlare di un arco di tempo più lungo che arrivasse fino ad oggi, ma c'era una vastità di argomenti e di materiali di repertorio che andava contenuto. I materiali mi suggerivano delle cose, e ho fatto subito la ricerca dei testi. Sono emersi dall'archivio di Pieve Santo Stefano questi tre diari che erano perfetti per quello che volevo dire.Mi interessava gli interni, le scritture autobiografiche, mettere in relazione il collettivo con il soggettivo. Sono state fatte delle scelte a monte, perchè ci trovavamo di fronte alla possibilità di scegliere tra il raccontare la storia dell'emancipazione della donna o porre invece l'accento sul per corso della liberazione sessuale, con le tematiche del corpo e del sesso in primo piano. abbiamo scelto questa seconda strada, tralasciando riferimenti e avvenimenti storici importanti come la strage di Piazza Fontana o il rapimento Moro, e mi sono permessa perciò di raccontare un aspetto della storia previlegiando gli interni, gli aspetti intimi di storie private.
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Cosa si è perso oggi rispetto alle battaglie del femminismo?
A.M. Credo si sia perso un'abitudine al dialogo e alla discussione. oggi si tende a rimanere ognuno chiuso nelle proprie emergenze quotidiane. Si è perso una passione rispetto a un sentire comune, la passione per la politica.

Come Commenta lei la situazione attuale in Italia in merito ai temi etici di cui si discute in campagna elettorale?

A.M. Penso che sia paradossale, un tentativo strumentale di porre in discussione la 194, la legge sull'aborto, che dovrebbe sicuramente essere aggiornata alla luce del cambiamento della società, ma la questione importante oggi sono altre. si vuole dividere la società in buoni e cattivi, mentre ci si dovrebbe occupare seriamente di temi importanti come la fecondazione assistita e le coppie di fatto.


a cura di Massimo Borriello 2007

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