venerdì 24 aprile 2009

Report 22 aprile

QUESTIONE ORGANIZZATIVA PRELIMINARE A TUTTO: CI VUOLE UNA PERSONA CHE TENGA LE FILA DELLE PRESENTAZIONI DEGLI OGGETTI PER OGNI MERCOLEDI'. E' possibile che ci siano mercoledì scoperti, va benissimo, ma sarebbe utile saperlo in anticipo, in modo da usare le due ore in altro modo (ad esempio, ritornare sulla discussione del mercoledì precedente, o dare spazio ai diversi gruppi per riferire sul loro operato, ecc.). CHI TIENE LE FILA annoti che prossimo mercoledì presenta Pina oppure Mandana (il corpo della donna), non ho capito. Quello dopo io (6 maggio), ma cedo volentieri a Pina o Mandana.

Abbiamo rilevato un momento di allentamento negli ultimi incontri, dovuto probabilmente alla pausa pasquale e a una organizzazione perfettibile. Perfettiamola, dunque, partendo da un rapido bilancio:

1) I REPORT sono fondamentali: non solo quelli sugli incontri, per tenere traccia di tutto, ma anche quelli sulla presentazione degli oggetti. Abbiamo confermato che il metodo migliore è che ci turniamo nella stesura dei report. Postare i report sul blog, nell'apposita sezione, dovrebbe poter servire anche come strumento di aggiornamento per chi non può partecipare agli incontri, e quindi iscriversi può essere utile a tutte, anche come semplici “lettrici”.

2) l'organizzazione della STAFFETTA procede bene, il programma è molto ricco e siamo solo un po' in stand by a causa della questione finanziamenti, su cui comunque stiamo lavorando. Monica ha fatto un eccellente lavoro di tessitura relazionale!

3) Sul GLOSSARIO abbiamo avuto la sensazione di essersi arenate un po', negli ultimi incontri, ma parlandone, come sempre, abbiamo ritrovato la motivazione (che in realtà non era mai scemata) e soprattutto condiviso criteri operativi che da ora in poi dovrebbero consentire di razionalizzare e finalizzare il lavoro anche su questo versante (ma io perché da grande non ho scelto di fare la scrittrice di manuali di istruzioni, che mi viene tanto bene questo linguaggio?). Questi i due nodi che abbiamo messo a fuoco e, crediamo, sciolto:

A) PERCHE' UN GLOSSARIO: ricordiamo che la costituzione di un Glossario ha lo scopo di creare un terreno di conoscenze comuni attorno a quei termini - e annesse questioni teoriche – che individuiamo come cruciali per la nostra riflessione e per il nostro agire politico. E' dunque anche un modo per farci autoformazione, alternativo alle lezioni frontali, ma più partecipativo e orizzontale: da sempre, benché da posizioni diverse, tutte invochiamo la necessità e di rafforzare i nostri strumenti critici e analitici e di elaborare una posizione intellettuale il più possibile condivisa, che sia identificativa del gruppo, sulle tematiche del genere. Questo passa necessariamente attraverso il mutuo trasferimento dei saperi e delle competenze, che, dati i nostri diversi ruoli, ambiti di studio e gradi di avanzamento del percorso, risultano estremamente eterogenee. Lavorare attorno a singoli lemmi o espressioni ci pare il modo migliore di procedere, anche perché è modo che consente potenzialmente una reale “parità” nella presa di parola: vorremmo infatti che i termini su cui lavoriamo venissero analizzati, verbalizzati, ri-significati a partire da una dialettica tra teoria e pratica, tra saperi formali e esperienze vissute. Per farlo è in primo luogo necessario che tutte riusciamo a calare un determinato termine all'interno del nostro vissuto, a capire se e come quella parola ritaglia, descrive, un'area della nostra esperienza individuale e di relazione. Se quella parola ci riguarda.

B) Il LEGAME TRA PRESENTAZIONE DEGLI OGGETTI E COSTITUZIONE DEL GLOSSARIO: si era scelto di affidare la presentazione del nostro rapporto con le problematiche del genere a artefatti culturali scritti da altre/i. E' importante ribadire che queste presentazioni sono la fase preliminare: non sono concepite a scopo “autoformativo”, di condivisione dei saperi, ma solo delle esperienze: portare il proprio artefatto al gruppo serve come punto di innesco di una discussione, come modo per isolare parole-chiave che corrispondono a aree problematiche e irrisolte, o risolte ma degne di riflessione, del rapporto di ciascuna di noi con la propria identità e posizione di genere, e anche per individuare zone di risonanza tra le posizioni personali e quelle delle altre. In questo senso, scusate il gioco di parole, l'oggetto non conta nella sua oggettività ma nella percezione soggettiva che ne ha chi lo presenta. Non deve essere oggetto di studio e interpretazione, ma attivatore di reazioni, e quindi non è necessario che tutte conoscano tutti gli oggetti. Crediamo che la modalità fino a ora adottata sia la migliore (una persona presenta il suo oggetto, tutte discutono, un'altra persona scrive il report di questa presentazione. Ognuna in questo modo viene ri-mediata, narrata da un'altra...). Tutte comunque siamo concordi che nelle presentazioni fino a ora la parte di discussione collettiva è stata limitata dal tempo a disposizione: pensiamo che possa valere la pena riprenderla all'incontro successivo, e anche avvalersi del blog come strumento di prosecuzione del confronto. Mi sta però venendo in mente un'alternativa: forse in questa fase l'importante è solo individuare i termini, poi si potrebbe riprendere la discussione e su ognuno quando iniziamo a esaminarli e “verbalizzarli” ai fini della loro glossaizzazione...

C) COME DEVE FUNZIONARE L'ESTRPOLAZIONE DEI TERMINI dalle narrazioni e ri-narrazioni tessute attorno agli oggetti presentati: il gruppo glossario, organizzandosi in autonomia come quello della staffetta, rilegge i report scritti su tutti gli oggetti e individua questi termini, acquisendo anche gli elementi concettuali, gli spunti, le riflessioni che durante la discussione sono state suscitate da questi termini. Questo bel gruppo si occupa, ovviamente, anche della calendarizzazione e dell'impostazione del lavoro intorno di studio e analisi intorno ai termini: se li mettiamo in scaletta con ampio margine di anticipo, magari tutte riusciamo a portare intorno a un determinato termine un contributo teorico o una riflessione personale. Un'idea potrebbe essere che per questa seconda fase più strutturata, di effettiva glossarizzazione, per costruirne e negoziare il significato dei termini, si introducano anche modalità più “frontali”, ovvero dei reading condotti a turno da chi se la sente. Avevamo detto così, no? Fanno parte del gruppo glossario: Veronica, Mandana, Teresa, Lola, Valentina, Michela.

4)RIPRISTINATO IL CICLO DI PROIEZIONI A MAGGIO E GIUGNO: per iniziativa delle temerarie e irriducibili Mandana e Sonia, che applaudiamo pronte con il sacchetto delle patatine e la Ceres!

Infine, abbiamo riletto il report scritto da Lola sull'oggetto di Valentina: il report di Lola era molto efficace e credo che lo sia anche il metodo in sé: rileggere il report così, senza averlo pianificato, a distanza di tempo e inoltre con un pubblico in buona parte diverso da quello che aveva assistito alla presentazione, ha tuttavia attivato una discussione divertente e vivace e sono venuti fuori altri termini, oltre a quelli riportati da Lola. Ad esempio: universalismo indebito? pretesa neturalità?

1 commento:

Monica ha detto...

Come promesso, vi posto il PS della mia mail.

PS: pur avendo tanto parlato e soprattutto straparlato, mercoledì mi dimenticai di dirvi che,specchiandomi nella narrazione di Valentina, io ci ho visto qualcosa che posso riassumere in 'percorsi di narrazione del desiderio', avendoci intravisto una specie di ricerca, biografica e biostorica, della parola autentica, che nasce dal sospetto iniziale che il linguaggio che ci descrive non ci dica. Una cosa così, insomma, non so se è utile per il glossario... magari questa cosa qua la posto... la parola del desiderio... è la mia ossessione, non so se pure quella di qualcun'altra...