venerdì 24 aprile 2009

REPORT 22 APRILE -GLOSSARIO

PERCHE' UN GLOSSARIO: ricordiamo che la costituzione di un Glossario ha lo scopo di creare un terreno di conoscenze comuni attorno a quei termini - e annesse questioni teoriche – che individuiamo come cruciali per la nostra riflessione e per il nostro agire politico. E' dunque anche un modo per farci autoformazione, alternativo alle lezioni frontali, ma più partecipativo e orizzontale: da sempre, benché da posizioni diverse, tutte invochiamo la necessità e di rafforzare i nostri strumenti critici e analitici e di elaborare una posizione intellettuale il più possibile condivisa, che sia identificativa del gruppo, sulle tematiche del genere. Questo passa necessariamente attraverso il mutuo trasferimento dei saperi e delle competenze, che, dati i nostri diversi ruoli, ambiti di studio e gradi di avanzamento del percorso, risultano estremamente eterogenee. Lavorare attorno a singoli lemmi o espressioni ci pare il modo migliore di procedere, anche perché è modo che consente potenzialmente una reale “parità” nella presa di parola: vorremmo infatti che i termini su cui lavoriamo venissero analizzati, verbalizzati, ri-significati a partire da una dialettica tra teoria e pratica, tra saperi formali e esperienze vissute. Per farlo è in primo luogo necessario che tutte riusciamo a calare un determinato termine all'interno del nostro vissuto, a capire se e come quella parola ritaglia, descrive, un'area della nostra esperienza individuale e di relazione. Se quella parola ci riguarda.

Il LEGAME TRA PRESENTAZIONE DEGLI OGGETTI E COSTITUZIONE DEL GLOSSARIO: si era scelto di affidare la presentazione del nostro rapporto con le problematiche del genere a artefatti culturali scritti da altre/i. E' importante ribadire che queste presentazioni sono la fase preliminare: non sono concepite a scopo “autoformativo”, di condivisione dei saperi, ma solo delle esperienze: portare il proprio artefatto al gruppo serve come punto di innesco di una discussione, come modo per isolare parole-chiave che corrispondono a aree problematiche e irrisolte, o risolte ma degne di riflessione, del rapporto di ciascuna di noi con la propria identità e posizione di genere, e anche per individuare zone di risonanza tra le posizioni personali e quelle delle altre. In questo senso, scusate il gioco di parole, l'oggetto non conta nella sua oggettività ma nella percezione soggettiva che ne ha chi lo presenta. Non deve essere oggetto di studio e interpretazione, ma attivatore di reazioni, e quindi non è necessario che tutte conoscano tutti gli oggetti. Crediamo che la modalità fino a ora adottata sia la migliore (una persona presenta il suo oggetto, tutte discutono, un'altra persona scrive il report di questa presentazione. Ognuna in questo modo viene ri-mediata, narrata da un'altra...). Tutte comunque siamo concordi che nelle presentazioni fino a ora la parte di discussione collettiva è stata limitata dal tempo a disposizione: pensiamo che possa valere la pena riprenderla all'incontro successivo, e anche avvalersi del blog come strumento di prosecuzione del confronto. Mi sta però venendo in mente un'alternativa: forse in questa fase l'importante è solo individuare i termini, poi si potrebbe riprendere la discussione e su ognuno quando iniziamo a esaminarli e “verbalizzarli” ai fini della loro glossaizzazione...

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