martedì 17 marzo 2009

Report 11 marzo

Report 11 marzo 2009

Prima ora:
- LAST CALL FOR GROUPS.
Il gruppo questionari sembra organizzato per la distribuzione: per la distribuzione in biblioteca Veronica e Sonia organizzano un banchetto nell’atrio; per la raccolta dopo che sono stati riportati a portinerie ecc. il concentramento è nella stanza di Michela.
Staffetta: Monica, Elisa, Pina, Sonia, Luisa
Glossario: Lola, Valentina, Teresa, Michela, Veronica.

Individuazione del gruppo che si occupa delle proiezioni “Donne in tri-ciclo verso la staffetta”. Aprile, maggio, giugno: l’idea è di fare proiezioni pubbliche nell’aula magna. Pina: dal confronto con altri gruppi sembra che potrebbe divenire sottosezione della staffetta, momento di sensibilizzazione e di lancio. Film: Racconti di Stoccolma, Una sconosciuta, le onde del destino. Invece per i giorni della staffetta prendere contatti con cinema in fortezza e chiedere se ce li programma.

Chi scrive i report: ogni volta si offre una persona.

- REPORT
Report del gruppo Staffetta: Monica ha provato a simulare il progetto, dividendolo nelle 4 giornate. Con Donna chiama donna, Amnesty International ecc. hanno discusso la scaletta. Dobbiamo trovare un momento per parlarne nel dettaglio, sta comunque emergendo che il progetto è concreto e che fare rete sta “pagando”. Si sono mosse anche sul versante delle contrade.

Report dell’incontro San Gimignano.
Erano presenti il nostro gruppo, donne insieme contro la violenza di Colle Val d’Elsa, l’assessore alla cultura di San Gimignano e l’assessore alle pari opportunità. Sangiradioweb ha registrato tutto l’incontro. La questione negativa inizialmente era che il linguaggio utilizzato da parte delle parti politiche era venato di vittimismo e scarsa fattività, l’assessore alla cultura aveva un’idea un po’ vaga delle pari opportunità (ha presentato una sua poesia sulla disabilità). Monica ha invece dato uno scossone alla discussione proponendo un punto di vista più “positivo”. I soci coop di centro italia molto soddisfatti delle nostre hanno proposto di finanziare il progetto. L’intenzione è di portare una modalità d’azione e contenuti differenti, mettendo a frutto anche le modalità di confronto .


Seconda ora:
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GLOSSARIO Lola
Libro di una ginecologa americana. L'esigenza di scrivere il libro nasce dal constatare una sorta di schizofrenia, un divario tra la sua vita personale con dei dettami legati anche al suo essere donna e dall'altra la sua attività lavorativa, presentata come neutra. Nel confrontarsi con altre donne e riesaminando la sua situazione personale, supera il divario tra i due ruoli, quella di donna e madre e quella di medico, partendo dal riformulare la sua attività lavorativa. Oberata da una concezione della medicina “classica” legata ad una concezione patriarcale, pian piano si è emancipa dalle convenzioni imposte esaminando il proprio rapporto col corpo, la salute fisica, il rapporto corpo-mente e il contesto sociale. Il libro racconta di esperienze drammatiche, violenze tangibili per toccare anche le corde di una situazione di “violenze” generalizzate più evanescenti. La sua emancipazione inizia con l'accorgersi del proprio bisogno di prendersi cura del suo corpo, in questo percorso lentamente la differenza di genere emerge. In particolare in relazione alla medicalizzazione dei processi naturali femminili quali ciclo, o “ vivisezione sociale” di parti femminili. Il messaggio che il libro trasuda è che il corpo ha un suo sentire, che bisogna ascoltarlo nella sua saggezza, piuttosto che abdicare ai propri sogni in funzione delle esigenze degli uomini e delle loro famiglie. Il maltrattamento deriva sia da noi stesse che dagli altri, quando ci si ammala anche per forti traumi emotivi ci si riferisce ad un sistema medico, anch’esso patriarcale. La nostra società patriarcale ha costituito un sistema medico nel quale i parametri stessi, passati come unisex, sono invece prettamente maschili. La biologia va sessuata, ad esempio c’è stato un esperimento mesi fa in Inghilterra dove ci si accorse che le cellule maschili e quelle femminili reagiscono diversamente ai farmaci. La società crea addizione, nel senso di malessere che sfoga in dipendenze che possono andare dalle droghe, al proprio lavoro, a relazioni masochistiche. Il rapporto col corpo è difficile da codificare in termini neutri e generali, lo studio deve essere invece personale e relativo non solo al corpo in sé. La cura del corpo diventa così veicolo di conoscenza di sé. Quando una donna fuoriesce dagli schemi precostituiti, dalle modalità convenzionalmente accettate porta senza dubbio alla negazione e pian piano al superamento dei limiti etero imposti e le automutilazioni, quali senso di colpa o rifiuto. Il doppio binario corpo- mente è necessario nella costruzione della persona. L’incarnarsi come corpo fa emergere la differenza sottesa, solo nella piena accettazione di questa cosa “corpo” che coicide col nostro io ci permette di essere veramente degli esseri particolari in quanto portatori di differenze reali. La costrizione sociale del neutro disumanizza nell’allontanare, mutilare e annullare il proprio rapporto col corpo. Partendo dalla base biologica, nell’incarnazione si può andare verso la “liberazione”, solo partendo dalla realtà e dalla differenza, dall’incarnazione che non vuole esprmere un ricadere della mente sul corpo in un movimento discensionale ma che si esprime come presenza, o almeno direi, con-presenza. Pina racconta poi con idignazione di un servizio di una programma pesudo scientifico, Voyager, dove, parlando della clonazione dell’uomo di Neanderthal, l'uso del corpo della donna (nell'accogliere il dna clonato) non viene minimamente esplicitato, anzi è celato dietro un'immagine unisex.
Ho fatto del mio meglio, spero di aver rispettato il punto di vista di Lola. Ti prego se c'è qualcosa di scorretto o poco chiaro di correggere anche in funzione di una migliore ricezione del messaggio da parte di chi non c'è stata.

2 commenti:

Valentina ha detto...

Veronica scusa se sono intervenuta sul tuo post, ho tagliato i miei appunti che si riferivano alla volta scorsa.
Scrivo qui l'OdG definitivo di oggi 18 marzo, come vi ho detto per email.
1. staffetta: aggiornamento sulla situazione e riunione organizzativa. breve racconto della riunione Udi.
2. presentazione dell'oggetto di Valentina
3. varie o microriunione dei sottogruppi (se c'è tempo).
Ciao a dopo
Valentina

Lola ha detto...

Veronica, grazie del tuo report, molto bello. L'unica cosa da dire è che non è molto chiaro che cosa dice la Northrup, che cosa dico io e che cosa dici tu. E tutto un insieme un po' confuso, ma probabilmente non fai altro che riportare la mia confusione nel presentarvi il libro "Cuerpo de mujer, sabiduria de mujer". Credo sarebbe stato meglio partire dalla parola (esperienza) di ognuna di noi, ma so bene che è molto difficile, nemmeno io ci riesco, anche se vorrei tanto.... Grazie ancora e a dopo.