Centro Culturale delle Donne “Mara Meoni”
MARIA LUISA BOCCIA
discute su
“IL FEMMINISMO CONTEMPORANEO TRA RICERCA STORICA E TRASMISSIONE”
Mercoledì 21 Gennaio 2009, ore 16,30
Università degli Studi di Siena
Aula Magna Storica- Palazzo del Rettorato-Via Banchi di Sotto, 55 - SIENA
Introduce Manuela Bosica, Centro Culturale delle Donne Mara Meoni
Interviene Pina Sangiovanni del Gruppo ‘Presenti, differenti. La parola alle donne’.
1 commento:
Raccontami la mia storia
Carissime,
posto queste riflessioni così come mi vengono e dunque perdonatemi se risulteranno un po’ scollegate ma, come dicono le mie amiche esoteriche, non voglio metterci troppa testa ma stare sul cuore. Voglio ringraziare Pina per l’affetto, la passione, l’onestà intellettuale con cui a mio parere ha narrato la nostra storia restituendoci una trama che potesse farci da specchio per riposizionarci su noi come soggette e come gruppo. Nell’ultimo periodo avevo sentito quasi uno sposizionamento, una specie di perplessità sul senso dello stare nel gruppo e, anche, sul senso stesso del gruppo: in altre parole, una sorta di disagio che non riuscivo a trasformare in parola e me ne stavo lì ad aspettare il tempo giusto per metterlo a fuoco e restituirlo a voi. Ascoltare Pina raccontarci, raccontarmi, con quella grande competenza che da sempre le riconosco nel riuscire a trovare una parola che sia sempre negoziale, che parta da sé ma che si apra verso ciò che è altro da sé e verso le altre innanzitutto, mi ha fatta accedere ad uno spazio di consapevolezza, e dunque di identità, che per me è sempre relazionale, più chiaro e più profondo. Quella di Pina è una parola che da sempre ammiro, che talvolta ho anche invidiato (!), che di certo ho sempre amato, e comprenderla, significarla, farla in qualche modo mia, ha coinciso con un viaggio creativo e gioioso che a volte è stato anche doloroso e necessariamente solitario ma mai, mai nemmeno per un istante ho sentito di essere sola. Un viaggio che mi ha condotta, e mi conduce, dentro lo spazio dell’affettività come zona di conoscenza che garantisce, e dà senso, all’elaborazione cognitiva: un viaggio dunque di riappropriazione, autentica e responsabile, di me. Un viaggio che sto compiendo in maniera sempre più nutriente e dunque consapevole, curiosa, creativa, innanzitutto con e fra le altre donne, con voi e con altre, e che sta via via diventando anche il mio lavoro, quello con cui contratto simbolicamente e materialmente la mia appartenenza sociale e certe zone della mia identità. Perciò oggi posso, e voglio, definire la parola di Pina ‘parola politica’. Con quella parola Pina ha detto sé nel gruppo sistematizzando desideri, aspettative, proposte, dubbi; è stata una parola che ha dato parola, che ha interloquito, negoziato sensi e significati. Mi sono sentita a casa e l’emozione è stata grande perché per una volta ancora ho saputo che quella parola, come quella di altre donne ma, per me, non di tutte, a un certo punto diviene, è, identica alla mia. Pina ha ridato voce, ricostruendolo con delicatezza e precisione anche filologica, ad uno scenario che non ero più capace di vedere e questo scenario, questa visione, su cui mi sembra che come gruppo ci stiamo davvero muovendo, è la trasmissione. E mai questo passaggio mi era stato così chiaro e così... semplice! per usare una parola che ho imparato da Pina e che mi tiene compagnia quando lo stare al mondo si fa complicato, che mi fa da sponda per sciogliere nodi e ristabilirmi sulla mia complessità di donna e di persona fra le altre e gli altri come fosse una specie di amuleto per riavvicinarmi a me stessa responsabilmente e senza farmi troppe seghe.
Un abbraccio forte, a mercoledì.
Monica
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