mercoledì 28 gennaio 2009

abusi degli abusi sulle donne

Posto questo comunicato, che credo interesante ai nostri fini, e con cui il gruppo donne del mio collettivo (sì, ho sbagliato il decennio in cui nascere) risponde ai recenti episodi di violenza sessuale e fisica sulle donne e alla strumentalizzazione politico-mediatica che ne è stata fatta. Aggiungo solo che il TG2 di stasera, se da un lato apriva con gli aggiornamenti circa lo stupro "di branco" a capodanno e sullo stupro di Guidonia (in entrambi i casi sono stati fermati dei romeni), dall'altro si riportava a mettere solo sullo scroller le due seguenti notizie: 1) uomo di 27 anni in carcere: abusava della figlia dodicenne della convivente, che lo aveva denunicato in passato e che lui aveva costretto a ritrattare; 2) professore di 60 anni accusato di molestie sessuali verso una sua studentessa, dentro e fuori la scuola". Pare che le violenze operate da italiani siano meno violente...oppure meno utili ai fini dell'approvazione del pacchetto sicurezza, in discussione in questi giorni al senato, e che prevede misure durissime nei confronti degli immigrati.

La violenza sulle donne non è una questione di sicurezza pubblica.

Negli ultimi giorni si sono consumati due stupri a Roma e dintorni, denunciati a gran voce dai media italiani. Non si parlava così tanto e diffusamente di violenza sulle donne dai tempi della campagna elettorale dello scorso aprile, quando la questione della sicurezza, dell'emergenza creata dai "violenti aggressori migranti", ha permesso l'impennata elettorale della destra.
Non è un caso che la grande risonanza data a questi episodi di violenza avvenga proprio alla vigilia della votazione al Senato del “pacchetto sicurezza” (DDL 733) per giustificarne le misure vergognosamente razziste e repressive.

Ribadiamo qui, contro chi usa la questione della violenza sulle donne solo quando fa più comodo, a scopi elettorali e mediatici, che la violenza sulle donne la fanno gli uomini, non è una questione di ordine pubblico, né di sicurezza, né tanto meno è relazionata alla provenienza geografica dell'uomo. Purtroppo è la stessa società in cui viviamo a legittimare un vera e propria cultura dello stupro, basti pensare alle recenti dichiarazioni del premier italiano, secondo il quale gli stupri POSSONO SEMPRE CAPITARE, dunque sono INEVITABILI, a meno che non si riesca a stanziare un soldato per ogni bella ragazza.

Ricordiamo che l'80% dei casi di violenza sulle donne avviene all'interno delle mura domestiche, e non per strada, e soprattutto è agita da mariti, compagni, fidanzati, fratelli e padri, non da perfetti sconosciuti, né tantomeno da migranti. Ci chiediamo perché a questo dato non venga data tanta risonanza, come ci chiediamo perché non ha fatto scalpore la notizia della donna rumena stuprata nello scorso ottobre dal datore di lavoro italiano. Evidentemente l'interesse della classe politica non è quello di risolvere la questione della violenza sulle donne, ma creare dei nemici sociali, in particolare individuati nei cittadini migranti, sui quali direzionare il malcontento della gente, sempre più strangolata dalle conseguenze della crisi economica, dalla mancanza di uno stato sociale efficiente, dal precariato diffuso sul lavoro.
Le politiche razziste del governo sono direttamente responsabili di episodi quali l'aggressione da parte di Forza Nuova ai danni di cittadini rumeni avvenuta a Guidonia.

La violenza sulle donne non è un fenomeno nuovo, ma un pesante fardello culturale che ci portiamo dietro da secoli. E' la spia di una società in cui l'uguaglianza tra i sessi è puramente formale, ma vede le donne svantaggiate dal punto di vista occupazionale (ricordiamo che in Italia l'occupazione femminile presenta una delle percentuali più basse d'Europa, nonostante le donne siano mediamente più istruite degli uomini), dal punto di vista economico, dal punto di vista sociale. Una società che propone ancora un modello di donna succube e sottomessa all'uomo, o in quanto oggetto di piacere sessuale o in quanto moglie e madre reclusa nella prigione domestica.

La questione della violenza sulle donne è il portato di una cultura misogina e non si risolve con l'ordine pubblico, con l'incremento dei poliziotti nelle strade o cercando di individuare una categoria di “stranieri nemici” secondo logiche apertamente razziste.

La violenza sulle donne potrà essere risolta solo all'interno una società in cui
venga promosso il rispetto per le differenze di cultura, di provenienza geografica, di genere, di orientamento sessuale.

Gruppo Donne CSOA Ex Snia, Roma

3 commenti:

luiza ha detto...

Sono rimasta molto colpita dal modo in cui è stato trattato lo stupro di Guidonia da parte dei media, soprattutto per quanto riguarda il mezzo televisivo. Quello che maggiormente mi ha impressionato non è tanto il modo con il quale è stata data la notizia di quanto avvenuto, ma l'enfasi trionfalistica che accompagnato tutte le notizie relative all'arresto dei quattro colpevoli. Tutto sembrava studiato ad arte per mettere in luce il falso operato del governo Berlusconi sul discorso sicurezza: immagini, montaggio video ecc..
Mi riferisco in particolare alla folla urlante che inveiva, in maniera così animalesca e primitiva, contro ai ragazzi arrestati. (Non so perché ma mi sono venute in mente impiccagioni medievali, in cui la gente festeggiava). A quel punto mi sono chiesta quanti, magari tra gli abitanti di Guidonia presenti all'arresto o fra le persone che nelle famiglie perbene guardano insieme ai loro cari la tv e si dimostrano indignati per quanto avvenuto, sono a loro volta responsabili di vite rovinate da abusi sessuali avvenuti fra le mura domestiche. Abusi che non provocheranno mai un'euforia collettiva di piazza ma resteranno in silenzio dentro a chi li ha subiti. Voglio aggiungere come (non mi ricordo esattamente in quale dei tg che ho visto) alle immagini dell'arresto siano seguite quelle di La Russa che si complimentava con le forze dell'ordine e si proclamava, implicitamente, fautore della sicurezza pubblica. Inoltre ha aggiunto che le forze dell'ordine sono riuscite GRAZIE A MEZZI SOFISTICATI E ALL'AVANGUARDIA a scovare i colpevoli (non ricordo esattamente le parole); quali sarebbero questi mezzi? Riuscire a intercettare una telefonata e rintracciare un telefono cellulare? Trovo tutto questo assurdo soprattutto per la povera gente che considera il telegiornale come una fonte di informazione imparziale e indiscutibile. Forse il punto è questo, è il porsi senza barriere nei confronti di un'informazione di tipo push, è l'accettare, proprio come se ci si trovasse davanti a una fiction, la realtà così come ci viene presentata. Però credo che sia giusto ricordarsi che non siamo tutti istruiti e in grado di muovere critiche contro quanto ci viene proposto, perciò più che l'atteggiamento dello spettatore, quello che mi indigna personalmente è lo scoprire ogni giorno di più che TV e politica sono profondamente legate.

Luisa

Monica ha detto...

Ida Dominijanni, Soldati e belle donne, il manifesto 27/01/2009

Purtroppo ha ragione chi dice che Berlusconi non voleva offendere le donne con la sua trovata antistupro «un soldato ogni bella donna». Lui non lo fa con dolo: gli viene naturale e questo è il guaio. Nel motto di spirito c'è sempre una verità, diceva Freud, e infatti le battute e le barzellette di Berlusconi dicono la verità dell'uomo, che si tratti della Shoah o dello stupro. Nella fattispecie, la verità di Berlusconi è che le donne non esistono come corpi pensanti e senzienti, ma solo come corpi disponibili - e belli, giacché nel caso si tratti di donne non belle non vale la pena di stuprarle né, di conseguenza, di tutelarle dagli stupri. Eccoci così di fronte non a una ma a due verità del premier più amato dagli italiani, una misogina l'altra razzista, a conferma che misoginia e razzismo vanno assieme da che mondo è mondo e da che fascismo è fascismo.
Sull'amore degli italiani per il premier tornerò fra un attimo, non prima di avervi fatto presente che c'è perfino di peggio di Berlusconi. Non mi riferisco all'ineffabile La Russa, «stupito da tanto clamore per una battuta galante», né al furbo sindaco di Roma Alemanno che si autoassolve e se la prende con i giudici, bensì a Francesco Bruno, criminologo dei criminologi santificato da anni di comparsate nel salotto Rai di Bruno Vespa. L'illustre esperto ci spiega, stavolta dal salotto You Tube di Klaus Davi, che se i maschi stuprano è perché sono eccessivamente colpevolizzati dall'amplificazione che gli stupri subiscono sui media, e soprattutto perché, poverini, non si sentono più all'altezza di avere un rapporto con una donna. Bruno le donne non se le immagina tutte belle come Berlusconi, ma tutte arpìe: «la donna è capace di mettere in difficoltà gli uomini in molti modi, tanto da spingere gli uomini o nell'abbraccio di altri uomini o addirittura al desiderio di cambiare sesso». Tradotto, le donne non solo gli stupri se li tirano e se li meritano, ma sono pure responsabili dell'omosessualità e della transessualità maschile. Per fortuna l'illustre esperto ha una buona ricetta: i suoi assistiti afflitti da blocchi sessuali da inadeguatezza li manda dritti a prostitute, perché «il rapporto sessuale guidato e seguito con una certa delicatezza da parte di queste signore può essere molto utile», e del resto «chi a prostitute non c'è mai andato non è normale».
Adesso posso tornare all'amore degli italiani per il premier: perché un paese in cui posizioni di quest'ultimo tipo sono corteggiate dai media e amplificate dalle agenzie, è ovvio che sia lo stesso paese che ama un capo politico del primo tipo, e più questo capo politico sforna battute misogine e razziste più lo ama. Bisognerà prima o poi fare un ragionamento serio su quanto abbia contato, nel consenso ricevuto, l'uso esplicito e subliminale che Berlusconi ha fatto della sessualità e la svolta in senso stretto reazionaria che ha impresso al discorso pubblico sulla sessualità dopo la stagione del Sessantotto e del femminismo, riabilitando con le sue televisioni un fantasma aggressivo di potenza virile continuamente sfidato da un'immagine di disponibilità del corpo femminile. Personalmente comincio a pensare che anche nel femminismo, per non incorrere in un eccesso moralistico come quello che ha caratterizzato molto femminismo sessuofobico americano degli anni 90, abbiamo finito col sottovalutare il problema. Senza peraltro evitare un esito comune agli Usa e all'Italia dell'ultimo decennio: gli argomenti di Francesco Bruno ricordano pericolosamente quelli che abbondavano nella stampa americana dopo l'11 settembre, quando il femminismo fu accusato di aver reso gli uomini americani pieni di complessi di inadeguatezza, poco virili, inadatti a difendere la nazione dall'attacco terrorista e simili scempiaggini (si veda «Il sesso del terrore» di Susan Faludi). Qua non ci dobbiamo difendere da niente, ma il fantasma della svirilizzazione può sempre tornare utile, oltre che per «decolpevolizzare» gli stupratori di ogni razza, per aizzare quelli della razza eletta - i cittadini italiani - contro gli altri - gli immigrati. Che è quanto sta puntualmente accadendo, a latere delle barzellette del premier. Le agenzie battono il rosario quotidiano degli stupri a partire dalla nazionalità dei sospetti stupratori: egiziano, rumeno e via dicendo, oscurando l'elemento sessuale che li accomuna tutti, italiani compresi. E tacendo altresì il dato nudo e crudo che mostra l'aumento costante, negliultimi anni, del reato di violenza sessuale. Che non è, sia chiaro, né di destra né di sinistra. Ma che una cultura politica può incentivare o scoraggiare. Quella che trapela dalle battute del premier non contribuisce certo a scoraggiarlo.

Valentina ha detto...

C'è anche questo appello uscito ieri:
http://www.universitadelledonne.it/index-2.html