sabato 1 novembre 2008

Proposte e decisioni da prendere

Care,
riassunto della scorsa puntata, che ha visto altre due new entry: Maria Grazia, un'assegnista di ricerca in diritto del lavoro, e Krizia, studentessa di filosofia. Abbiamo deciso di iniziare a lavorare su progetti concreti e quindi strutturare maggiormente i nostri seminari, sulla natura e finalità dei quali è tuttavia necessario un confronto.

IMPOSTAZIONE DEI SEMINARI: fino a questo momento, essendo il numero delle presenti raramente superiore a 10, è stato possibile istituire una modalità dialogica che alcune, soddisfatte, chiamano “autocoscienza” o “partire da noi stesse” e che altre chiamano con gli stessi termini ma non con la stessa soddisfazione (o non con quella di una volta, a seconda della biografia!). In ogni caso, questa modalità si applica a un gruppo ristretto, mentre forse è il momento di iniziare a farsi conoscere e allargare il gruppo, se vogliamo creare cambiamento. L'incontro con l'assemblea permanente, cui partecipano stabilmente alcune delle “nostre” ragazze, è una prima occasione. Poi dovremo pensare allo spottino su facoltà di frequenza, alla mailing list di ateneo (come suggeriva Francesca) e, soprattutto, a un'iniziativa pubblica.
Tutte d'accordo sull'allargare le partecipazioni. Teniamo presente che, se da questi contatti dovessero uscire 4 persone in più, nessun problema, ma se ne escono di più dobbiamo avere anche progetti ben impostati da proporre. Credo che ci sia qualcosa di potente in questo gruppo, in questo argomento, in questi pomeriggi, che si manifesta in modo imprevedibile e dirompente, e che non sopporterà di essere gettato sul palcoscenico senza essere sicuro di saper recitare. O meglio, performare. Vabbè, meglio se ve lo spiego a voce.
PROGETTI E ATTIVITA'. L'idea è che, se riusciamo a coinvolgere molte donne, potremmo dividerci in gruppi di lavoro, che vanno avanti parallelamente ai seminari, e in cui le persone che mano a mano si aggiungono possono scegliere di inserirsi. Il blog può essere usato come una bacheca elettronica, in cui creeremo sezioni che descrivono i diversi progetti in corso; le responsabili di area (o, meglio, a turno le diverse partecipanti) aggiorneranno sinteticissimamente sullo stato dell'arte, cosicché ogni persona nuova saprà a che punto siamo e a chi rivolgersi per inserirsi qui o lì.
Dei progetti seguenti, il primo occuperà i seminari e per realizzarlo bastiamo già quelle che siamo, il secondo occupa i seminari solo in fase di impostazione e può essere realizzato tramite contributi individuali delle interessate, il terzo invece è uno “spin off” del gruppo e (forse, ma leggete) necessità più persone delle attuali.

1)IL VOCBOLARIETTO. Approvata entusiasticamente da tutte le presenti l'idea di realizzare il glossario storico (o, in modo più confidenziale, il “vocabolarietto”) proposto da Valentina in uno degli ultimi suoi post (visibile cliccando sui commenti al mio report “Memorie dal tuo stesso paese”). Esempi: femminismo, identità di genere, pari opportunità, differenza, scarto dalla norma, posizionamento, performare il genere ecc. Gli interventi di ciascuna di noi e la relativa ora di discussione potrebbero essere pensati intorno ai termini/locuzioni che di volta in volta affronteremo. A questo punto le competenze e i saperi rappresentati all'interno del gruppo sono numerosi, e numerosi gli sguardi che possiamo far convergere su ciascun oggetto. Ovviamente è prevista anche una produzione scritta, una scheda, tipo enciclopedia. Come metodo per aiutarci a scardinare i sedimenti culturali e tentare di risignificare alcune zone del linguaggio forse in effetti potremmo partire da noi, descrivendo quale risonanze, quali coloriture ha un certo termine nel nostro vissuto e immaginario (nella consapevolezza che veniamo da studi diversi, e che, se alcune espressioni sono specialistiche o altamente codificate, e definiscono fenomeni/oggetti precisi, magari altre sono meno connotate perché non “residenti”, mutuate da altri ambiti). Quindi:
a) VOTA IL TUO LEMMA! Da cosa vuoi partire? Tutte abbiamo detto “femminismo”. Ok, e poi?
b)Potrebbe essere interessante fare una piccola indagine sul senso comune, ovvero verificare quali significati si associano ad alcuni di questi termini presso gli studenti (o solo le studentesse) che non hanno frequentato corsi sulle tematiche del genere. Una cosa breve, un po' sul modello Cera di Cupra (concorso in cui si chiedeva di commentare delle citazioni) ma con un limite di spazio, magari prepariamo un foglio e lo distribuiamo nelle diverse classi delle diverse facoltà in cui lavoriamo. Su alcuni termini secondo me si può fare (femminsimo, genere, sesso). Sarei curiosissima.
2)LA MAPPATURA DEL CAMPO. L'idea, proposta da Lola, di monitorare i soggetti e le realtà che operano nell'ambito del genere, per fare rete, per essere inserite tra i loro contatti, per linkarle dal nostro blog. Però vorremmo che questa mappatura e successiva organizzazione dei link avvenisse su base tematica, a fronte dell'individuazione di parole chiavi, sotto cui raccogliere i diversi soggetti. Come diceva Maria Grazia, probabilmente la realizzazione del vocabolarietto o almeno il confronto sui termini da inerire saranno un primo passo per l'individuazione dei criteri di ricerca, che poi ognuna fa per conto suo, se ha voglia, esplorando la rete.
3) L'INCHIESTA SUL GENERE NELL'UNIVERSITA'. Anche su questo rimando al post di Valentina. Non abbiamo discusso troppo dei contenuti ma del modus operandi: ovviamente un lavoro del genere è mooooolto impegnativo. Se vogliamo fare in modo che sia un progetto che procede indipendentemente dal “ricambio” entro il nostro gruppo, è necessaria un'impostazione precisa, una formalizzazione delle pratiche, una continuità nel tempo e, naturalmente, molte, molte persone che ci lavorino.
Alternativa: iniziamo subito, senza aspettare di avere molte partecipanti: chi è interessato a questo progetto, di cui si dovrebbe ovviamente parlare prima, potrebbe coordinarsi con l'Assemblea Precari e collaborare alla loro indagine, che riguarda i soli precari, ma insomma, sarebbe un primo passo anche per testare le metodologie e capire come inserire la variabile di genere, no? La prossima assemblea di loro è martedì 4 alle 2 a Economia, io vado, se c'è qualcuno che viene con me possiamo proporre la cosa e dare le nostre disponibilità a partecipare. Vi riporto un estratto da una recente mail:
“dai rappresentanti dei Dipartimenti di Chimica, di Scienze e Tecnologie
Chimiche e dei Biosistemi, e Farmaco Chimico Tecnologico, arriva una
sollecitazione a dimostrare "attraverso un’analisi di tipo qualitativo e
quantitativo, il CONTRIBUTO che questa categoria “occulta” ha nello
svolgimento delle attività di ricerca e didattica all’interno
dell’Università", anche attraverso "un vero e proprio censimento di tutti
i precari". Questa sollecitazione ne incontra altre, e credo sia opportuno
creare un gruppo di lavoro su questo, che valorizzi i dati acquisiti negli
ultimi anni (abbiamo già un data-base di dettaglio dell'Ateneo aggiornato
al 2006 e 2007 con risposte di ricercatori precari dell'Università di Siena a un'inchiesta fatta sempre nel 2006, tutti dati da analizzare e
valorizzare)”.

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