All’incontro preliminare del 23 luglio, riflettendo sul modo in cui iniziare a utilizzare lo spazio seminariale (che, ricordo, consiste nell’avere a disposizione l’aula M del Palazzo di San Galgano per due ore settimanali, mercoledì ore 14-16, dall’inizio di ottobre a tutto il mese di maggio 2009) abbiamo messo a fuoco alcuni temi d’interesse, un punto problematico e una proposta, di cui faccio un sintetico rendiconto.
La proposta è che nei primi tre incontri (1, 8, 22 ottobre) ciascuna di noi, comprese naturalmente coloro che non hanno potuto essere presenti ieri ma hanno intenzione di parteciparvi, prenda la parola sulla traccia di queste tre domande: perché mi va di prendere parte a questo seminario, che cosa mi aspetto, che contributo penso di potervi dare.
Pensiamo che in questo modo si possa arrivare a definire un tema di lavoro comune, che potremmo presentare in una iniziativa pubblica da svolgere a novembre, in modo da far conoscere l’esistenza del seminario ad altre donne interessate a parteciparvi, iniziando concretamente gli incontri secondo il ritmo di lavoro che decideremo di darci.
Alcuni dei temi affiorati nella discussione sono di natura pragmatica (il rapporto fra donne e università, il bilancio di genere, il lavoro part-time), a fronte di un’esigenza di natura più teorica che è stata nominata come ‘necessità di risignificare le parole’ in funzione della libertà delle donne. Proprio sui temi (questi ed eventualmente altri) e sugli obiettivi –uno dei quali è stato indicato nella possibile costituzione di una rete con gli altri gruppi di donne che sono attivi a Siena – metteremo a confronto le idee di ciascuna in quei primi incontri di cui sopra.
Il punto problematico riguarda la posizione da prendere rispetto agli uomini che desiderino entrare in rapporto con questo gruppo di discussione: non è in questione, ovviamente, la partecipazione degli uomini alle iniziative pubbliche che faremo, a partire da quella di presentazione; ma almeno nei primi incontri dovremo riflettere attentamente se possa essere fruttuoso instaurare uno scambio già negli incontri di elaborazione e discussione. Per il momento, cioè per gli incontri di ottobre, ci atteniamo al metodo di lavoro ‘separato’, per poter avere piena libertà di esprimerci proprio anche su questo argomento che è molto delicato e significativo.
Naturalmente ciascuna di voi potrà estendere l’invito ad altre donne, anche non ‘istituzionalmente’ legate all’università, ma che siano interessate a riflettere insieme in questo contesto.
Michela Pereira
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