[...] Per secoli le donne hanno avuto la funzione di specchi dal potere magico e delizioso di riflettere la figura dell'uomo ingrandite fino a due volte le loro dimensioni normali. Senza quel potere la terra forse sarebbe ancora tutta giungla e paludi.Le glorie di tutte le nostre guerre sarebbro sconosciute.
[...]gli specchi sono indispensabili a ogni azione violenta ed eroica. E' questa la ragione per la quale sia Napoleone che Mussolini insistono con tanta enfasi sulla inferiorità delle donne. perchè se questo non fossero inferiori, verrebbe meno la loro capacità di ingrandire. [...] se la donna comincia a dire la verità, la figura si rimpicciolisce; la capacità maschile di adattarsi alla vita viene sminuita. Come farebbe lui a continuare a esprimere giudizi, a civilizzare indigeni a promulgare leggi,a scrivere libri, a vestirsi elegante e pronunciare discorsi nei banchetti, se non fosse più in grado di vedere se stesso, a banchetti, se non fosse più in grado di vedere se stesso, a colazione e a cena, ingrandito almeno due volte la sua stessa taglia?
V.Woolfe, 'Una stanza tutta per sè'
Buone Vacanze!
martedì 21 luglio 2009
mercoledì 8 luglio 2009
STAFFETTA-CONTO ALLA ROVESCIA
Ciao a tutte!
Nella scorsa riunione ci siamo messe d'accordo di incontrarci in Facoltà verso le 17.30 per avviarci tutte insieme verso Piazza Tolomei, dove l'assembramento è alle 18.00. Direi di fermarci nel chiostro, e di aspettare solo un quarto d'ora. Le altre ci raggiungeranno in Piazza.
Ho comprato quattro bandiere dell'UDI: tre sono a disposizione di chi le vuole.
Ricordatevi di portare strumenti caciaroni-tamburelli, nacchere, coperchi- per accogliere l'anfora e per farci sentire!!!
Un "in bocca al lupo" collettivo
a stasera
Pina
Nella scorsa riunione ci siamo messe d'accordo di incontrarci in Facoltà verso le 17.30 per avviarci tutte insieme verso Piazza Tolomei, dove l'assembramento è alle 18.00. Direi di fermarci nel chiostro, e di aspettare solo un quarto d'ora. Le altre ci raggiungeranno in Piazza.
Ho comprato quattro bandiere dell'UDI: tre sono a disposizione di chi le vuole.
Ricordatevi di portare strumenti caciaroni-tamburelli, nacchere, coperchi- per accogliere l'anfora e per farci sentire!!!
Un "in bocca al lupo" collettivo
a stasera
Pina
martedì 7 luglio 2009
Domani mercoledì 8 luglio
Ragazze per domani l'appuntamento è per le 17 e 30 alla facoltà di lettere via roma?
giovedì 2 luglio 2009
Oggetto Teresa - report 1 Luglio
La porta dell’aula M era semiaperta. Dentro c’erano Mandana e Teresa. Mandana ci ha spiegato come sarà l’incontro sul suo libro L’Iran che conoscevo io il prossimo martedì, 7 luglio, alle 17.30 alla libreria Becarelli. Dopo un po’ sono arrivate anche Veronica e Pina e ognuna ci ha aggiornato su temi diversi. Insieme a Pina abbiamo ricontrollato quello che c’è ancora da fare per l’imminente organizzazione della staffetta. Veronica ci ha parlato con evidente entusiasmo di Carla Lonzi e del suo libro Vai pure, del quale ci leggeva alcuni passaggi molto interessanti sul rapporto con suo marito prima di lasciarsi. Dalla lettura delle sue riflessioni siamo passate alle nostre sul rapporto di coppia, la fedeltà, la sessualità femminile, le rinunce delle donne degli anni 70 nello scardinare un modello patriarcale di femminilità e di quanto siamo fortunate oggi che grazie a loro abbiamo capito anche questo…. è stato proprio su questa frase che Teresa ha detto: “fortunate? no, per me non è stato così semplice”…..
Oggetto di Teresa: il coraggioso racconto della parabola della libertà femminile
Sono tre gli oggetti che porta: due libri e una cassetta. Il primo libro è scritto da Tahar Ben Jelloun, Creatura di sabbia, e racconta come “in un paese senza etá, che è anche il Marocco di oggi, nasce dopo sette sorelle Mohamed Ahmed. Nasce femmina, ma per volere del padre, che non vuole disperdere il patrimonio accumulato, crescerà maschio a dispetto del suo corpo, e dovrá reggere la casa e la servitù, essendo riconosciuta da tutti come nuovo capofamiglia”. Attraverso queste parole, Teresa ci riporta alla sua infanzia e adolescenza calabrese dove, nel non voler identificarsi con i modelli femminili di stampo tradizionale circondanti, aveva scelto un’identità neutra, maschile. I suoi amici, tutti maschi, e il rapporto con un padre tollerante funzionano come via d’uscita dalle imposizioni sociali alle donne in quanto tali: giochi, orari di rientro a casa, vestiti… Tutto ciò e soprattutto un forte, ma credo anche doloroso, fastidio nei confronti delle donne che le subiscono in silenzio, la porterá a un non meno doloroso rifiuto di un’identità e di un corpo. A un certo punto, è lo stesso corpo rifiutato che le ricorda, che le urla, che in qualche modo bisogna tornare da quel luogo del non-essere. Sono gli altri due oggetti che l’aiutano in questo cammino. Il primo è un libretto intitolato Tutto quello che gli uomini sanno delle donne dove non c’è scritto nulla. Ci sono delle pagine in bianco. Questa scoperta la rassicura nel suo appena iniziato percorso che verrá ulteriormente confermato dal rapporto con due donne femministe molto legate a lei e del quale la raccolta di “canti di donne in lotta” ne è un bellissimo testimone.
Ecco un assaggio:
In questo suo riappropriarsi di un’identità “rubata” come quella di Ahmed, troverà delle grosse difficoltà e contraddizioni, declinate a volte come emulazione dell’ordine patriarcale, ancora una volta, altre come emersione di un corpo tutto al femminile, espressione della sua identità e libertà. Il suo corpo di donna e la sua differenza femminile non saranno sempre facilmente capite dalle altre donne con le quali aveva condiviso i canti e le lotte verso la sua libertà femminile…. era ora lei -si chiedeva davanti a noi- a svegliare la stessa incomprensione che si trova alla base del suo allontanamento dal soggetto femminile? La parabola della libertà femminile.
Grazie, Teresa, del coraggioso racconto che mi ha restituito una parte della mia esperienza.
Oggetto di Teresa: il coraggioso racconto della parabola della libertà femminile
Sono tre gli oggetti che porta: due libri e una cassetta. Il primo libro è scritto da Tahar Ben Jelloun, Creatura di sabbia, e racconta come “in un paese senza etá, che è anche il Marocco di oggi, nasce dopo sette sorelle Mohamed Ahmed. Nasce femmina, ma per volere del padre, che non vuole disperdere il patrimonio accumulato, crescerà maschio a dispetto del suo corpo, e dovrá reggere la casa e la servitù, essendo riconosciuta da tutti come nuovo capofamiglia”. Attraverso queste parole, Teresa ci riporta alla sua infanzia e adolescenza calabrese dove, nel non voler identificarsi con i modelli femminili di stampo tradizionale circondanti, aveva scelto un’identità neutra, maschile. I suoi amici, tutti maschi, e il rapporto con un padre tollerante funzionano come via d’uscita dalle imposizioni sociali alle donne in quanto tali: giochi, orari di rientro a casa, vestiti… Tutto ciò e soprattutto un forte, ma credo anche doloroso, fastidio nei confronti delle donne che le subiscono in silenzio, la porterá a un non meno doloroso rifiuto di un’identità e di un corpo. A un certo punto, è lo stesso corpo rifiutato che le ricorda, che le urla, che in qualche modo bisogna tornare da quel luogo del non-essere. Sono gli altri due oggetti che l’aiutano in questo cammino. Il primo è un libretto intitolato Tutto quello che gli uomini sanno delle donne dove non c’è scritto nulla. Ci sono delle pagine in bianco. Questa scoperta la rassicura nel suo appena iniziato percorso che verrá ulteriormente confermato dal rapporto con due donne femministe molto legate a lei e del quale la raccolta di “canti di donne in lotta” ne è un bellissimo testimone.
Ecco un assaggio:
In questo suo riappropriarsi di un’identità “rubata” come quella di Ahmed, troverà delle grosse difficoltà e contraddizioni, declinate a volte come emulazione dell’ordine patriarcale, ancora una volta, altre come emersione di un corpo tutto al femminile, espressione della sua identità e libertà. Il suo corpo di donna e la sua differenza femminile non saranno sempre facilmente capite dalle altre donne con le quali aveva condiviso i canti e le lotte verso la sua libertà femminile…. era ora lei -si chiedeva davanti a noi- a svegliare la stessa incomprensione che si trova alla base del suo allontanamento dal soggetto femminile? La parabola della libertà femminile.
Grazie, Teresa, del coraggioso racconto che mi ha restituito una parte della mia esperienza.
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