domenica 20 marzo 2011
Femminismo per tutti
La settimana dell’8 marzo è stata importante per il nostro gruppo perché abbiamo avuto conferma degli obbiettivi ai quali miravamo da tanto tempo.
Tutto è cominciato alla riunione in Provincia. Pina ha proposto al Comitato Organizzatore, come nostro programma, la proiezione del video di Elisa “ Se questa è una donna…”. La proposta è piaciuta tanto che il video di Elisa è rientrato nel programma della Provincia ed ha trovato collocazione in un luogo meraviglioso, l’Enoteca Nazionale.
Una volta che ci siamo tranquillizzate con il nostro primo passo verso l’8 marzo, abbiamo cominciato a pensare al secondo obiettivo del gruppo: organizzare una mostra fotografica che rispecchiasse al meglio il ruolo in cui le donne in questi ultimi tempi sono state identificate; ruolo poco edificante che ha dato alle stesse donne la forza per riprendere la lotta con un slogan tutto tondo “ Adesso basta”.
Il primo passo è stato la scelta del luogo e alle ragazze piaceva soprattutto il Cortile del Podestà, che è il cuore della città. Andando avanti e indietro per più di un mese e mezzo per organizzarla e correndo dietro alle griglie, che a momenti c’erano e non c’erano, siamo riuscite a mettere su la mostra per giovedì 10 marzo.
Entrambi gli eventi, a mio parere, sono stati un successo. Sia per la collaborazione all’interno del gruppo, in questi giorni molto unito, sia per le tematiche affrontate, molto attuali, quali la mercificazione del corpo delle donne e non solo…
Ciò che mi ha colpito durante entrambi gli eventi è stata la partecipazione degli uomini e la loro voglia di mettersi in discussione, non tanto per confermare che le donne sono le vittime storiche ma quanto per interrogare loro stessi, in modo direi “impacciato”, sul proprio ruolo all’interno di una società che anche sul maschio ha costruito un cliché immorale.
E come direbbe Pina serve “Il maschile plurale” per aiutare l’altra metà del cielo a trovare una nuova strada e una nuova identità per poter definirsi.
Ed io, anche dopo aver osservato tutto ciò, ribadisco la necessità di un confronto tra entrambi i sessi per trovare una strada comune per costruire una società in cui le forze non sono più prestabilite ma ricostruite strada facendo.
Vorrei chiudere il report riportando un estratto dell’intervista di Luisa Muraro a La Repubblica del 4 marzo, in occasione dell’uscita del suo ultimo libro ‘ Non è da tutti. L’indicibile fortuna di nascere donna’, 2011:
“ (…) C’è un enorme avanzamento delle donne, (…) Pensi, all’autonomia personale, alla capacità delle donne di muoversi da sole per i loro progetti. Pensi alla non dipendenza dagli uomini rispetto ai loro destini (…) Una condizione molto faticosa ma anche bella. Nella nostra civiltà che non è contemplativa l’intensità delle cose da fare, la rapidità del movimento, la molteplicità delle ispirazioni non è sogno di felicità, ma ricchezza. Sono d’accordo che debbono essere nuove soluzioni. Dalle donne viene richiesta una tensione estrema però è anche ammirevole. (…) Ho sentito uomini dell’industria e della cultura elogiare la loro bravura (…)”.
E io aggiungerei che le donne vere non sono a “pezzi anatomici” come si dimostra nei messaggi pubblicitari. Bisogna insistere nel saper dire “ Adesso Basta”; la manifestazione del 13 febbraio e gli eventi della settimana dell’ 8 marzo ne sono state la conferma.
giovedì 10 marzo 2011
MOSTRA FOTOGRAFICA "DOLLS"
DOLLS
"Saprò vivere sola e fissare negli occhi ogni volto che passa e restare la stessa." C.Pavese
"Rita sovrappone in questa serie di fotografie due immagini stereotipe del femminile: il gioco con le bambole in età infantile e la donna-manichino in età adulta. Nonostante si tratti di due stereotipi legati entrambi a una visione tradizionale del femminile, in queste foto la loro combinazione dà luogo a una “reazione chimica” di carattere sovversivo a causa dell'ambiguità delle associazioni che si scatenano.
Da una parte la bambola come oggetto inanimato è paragonata alla modella come oggetto dello sguardo. Dall'altra la bambola come supporto di emozioni infantili, ingenuità, tenerezza, leggerezza, rifugio, che rimanda alla modella come a una donna, che fu bambina e che ora è, in quanto persona dotata di emozioni, qualcosa di inspiegabile, di nascosto e sconosciuto. La modella in un certo senso è sia la bambola (il corpo oggettificato), sia la bambina che gioca con la bambola (il soggetto). O meglio, la ex-bambina che però non trova un corrispettivo adulto per esprimere il proprio mondo emotivo e diventa lei stessa bambola priva di vita.
Con le sue foto Rita ci svela la tragedia della donna dietro al manichino della foto di moda, il soggetto femminile ricco di emozioni e desideri che rimane occultato dietro le quinte e rimosso nello spettacolo di fiction messo in atto dal sistema di produzione commerciale."
Rossella Bargiacchi-Kort, Esperta di arti visive, Tilburg (NL)
info@rossellab.eu
La mostra è a cura di Rita Pilia, Gruppo Presenti,differenti.
Cortile del Podestà, Piazza del Campo, Siena.
Dal 10 al 17 Marzo 2011
venerdì 4 marzo 2011
Un racconto d'Archivio: 8 marzo.m4v
Un pò di memoria...
martedì 1 marzo 2011
8 marzo 2011
"In un mondo sordo continuiamo a farci sentire"
9 marzo, ore 17:30 - Siena
Enoteca Nazionale
"Se questo è una donna. Il corpo femminile nei messaggi pubblicitari"
di E. Giomi e D. Pitti
10-17 marzo , Siena
Palazzo Pubblico, Cortile del Podestà
Mostra Fotografica "Dolls"
di Rita Pilia
a cura di 'Presenti, Differenti'
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