Capita, a volte…
Capita, a volte, di guardare fuori e vedere la difficoltà di mettere a fuoco, di trovare il punto, di capire dove siamo e di ricordare dove vorremmo andare. È un po’ come quando, nel bel mezzo del cammino, si perde l’orientamento e non ci si ricorda più da dove veniamo né, tanto meno, in quale direzione stiamo andando. Allora ci si guarda intorno, alla ricerca di punti di riferimento, di quei segni che si lasciano, via via, sul sentiero. E lì ci si ferma, cogliendo l’occasione di rifare il punto per evitare che il disorientamento si trasformi in perdita, nella necessità di ricominciare tutto daccapo. Costruire una relazione è sempre difficile, ci vuole tempo, impegno, pazienza. E, ancor prima, occorre la volontà di farne esperienza, scegliendola liberamente. E con la consapevolezza di quello che la presuppone assolutamente, inderogabilmente: il rispetto, la volontà di mettersi in ascolto, la capacità di fare spazio all’altra per ritrovarsi nella curiosità del suo sguardo. E, liberamente, sacrificare un po’ di Sé per costruire/ritrovare/ricordare Noi.
Le relazioni sono, forse, il momento più difficile nella costruzione di un gruppo e, forse, lo sono ancora di più in un gruppo che si propone di seguire un percorso identitario. È il nodo più duro da sciogliere e non prescinde, non può, dall’esperienza che rende la relazione reale, concreta, fruibile. È l’esperienza di corpi che si incontrano, di pensieri che si confrontano, di parole che si muovono dall’una all’altra senza impoverirsi, senza disperdersi.
È l’esperienza della differenza che si annulla in-situazione, tra me e te, qui ed ora, eppure informa ogni pensiero e le parole che dicono il nostro essere in relazione. Riconoscere la forza di quelle parole, questo sì sarebbe un bel andare lungo il sentiero che abbiamo imboccato!
Respirare l’aderenza delle parole alle cose di cui dicono il nome. Ma c’è un solo luogo dove quest’aria diventa respirabile, un solo modo in cui respirare diventa possibile. Esserci, come posso, come sono. Nutrire di presenza la relazione che nasce. Partecipare.
Altrimenti è uno spreco di tempo, a volte capita…
Capita, a volte, di guardare fuori e vedere la difficoltà di mettere a fuoco, di trovare il punto, di capire dove siamo e di ricordare dove vorremmo andare. È un po’ come quando, nel bel mezzo del cammino, si perde l’orientamento e non ci si ricorda più da dove veniamo né, tanto meno, in quale direzione stiamo andando. Allora ci si guarda intorno, alla ricerca di punti di riferimento, di quei segni che si lasciano, via via, sul sentiero. E lì ci si ferma, cogliendo l’occasione di rifare il punto per evitare che il disorientamento si trasformi in perdita, nella necessità di ricominciare tutto daccapo. Costruire una relazione è sempre difficile, ci vuole tempo, impegno, pazienza. E, ancor prima, occorre la volontà di farne esperienza, scegliendola liberamente. E con la consapevolezza di quello che la presuppone assolutamente, inderogabilmente: il rispetto, la volontà di mettersi in ascolto, la capacità di fare spazio all’altra per ritrovarsi nella curiosità del suo sguardo. E, liberamente, sacrificare un po’ di Sé per costruire/ritrovare/ricordare Noi.
Le relazioni sono, forse, il momento più difficile nella costruzione di un gruppo e, forse, lo sono ancora di più in un gruppo che si propone di seguire un percorso identitario. È il nodo più duro da sciogliere e non prescinde, non può, dall’esperienza che rende la relazione reale, concreta, fruibile. È l’esperienza di corpi che si incontrano, di pensieri che si confrontano, di parole che si muovono dall’una all’altra senza impoverirsi, senza disperdersi.
È l’esperienza della differenza che si annulla in-situazione, tra me e te, qui ed ora, eppure informa ogni pensiero e le parole che dicono il nostro essere in relazione. Riconoscere la forza di quelle parole, questo sì sarebbe un bel andare lungo il sentiero che abbiamo imboccato!
Respirare l’aderenza delle parole alle cose di cui dicono il nome. Ma c’è un solo luogo dove quest’aria diventa respirabile, un solo modo in cui respirare diventa possibile. Esserci, come posso, come sono. Nutrire di presenza la relazione che nasce. Partecipare.
Altrimenti è uno spreco di tempo, a volte capita…
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