Ragazze,
dopo l'estetista sono al computer invece che con voi, e mi dispiace molto...
Rispetto all'intenso scambio di stamani, che a leggerlo me ne nutro quanto dello stare un'oretta insieme, volevo sottolineare che condivido tutto quello che avete detto e che da ciascuna 'lettera' ho ripreso un pezzetto di me e risistemato un po' di cose che in questo periodo di varie et eventuali sia rispetto a me che al gruppo si stava congelando sotto i colpi della fatica e della disoccupazione coatta.
Quello che mi preme dirvi, a proposito del discorso ultimo che fa Valentina sul 'glossario', è che mai come in questi giorni di staffettamento pervasivo ho sentito la presenza, e la differenza, rispetto alle altre donne. E soprattutto rispetto a certi tipi di femminile in cui (non) mi riconosco e la (non) riconoscibilità sta nella parola, nel modo in cui è data o presa, nell'agire sul e nel mondo. E dunque ho sperimentato profondamente, una volta ancora, quanto, come disse Pina l'8 marzo, 'l'esser donna non sia di per sé un valore'. E come la 'pendolarità'(grazie, Michela, per quest'immagine bellissima...) sia di fatto il mio modo di stare al mondo e non solo il mio, ma non quello di tutte. E questo percorso con voi sta tutto nella narrazione di Elisa e appena finito di leggere dico ad alta voce sorridendo commossa 'cazzo!!', sì, proprio così, 'cazzo!!' ad alta voce, come si fa esclamando forte sorpresa e gioia perché ci si è riconosciute, bellissime (oddio... il linguaggio... di nuovo... ma femminilizzare la parola non è lo stesso... a meno che non si adotti la locuzione lucana 'e fess'!', che al Sud è la fessura femminile: strana società, quella lucana... sempre che non abbia voluto capir male io...). Ma tornando al dunque: nel glossario, nel nostro glossario, aprirei una riflessione sul femminile, sul... femminismo? Come doveva essere all'inizio ma, perlomeno per me, all'epoca era un categoria poco afferrabile non avendone fatto esperienza diretta o, meglio, non avendo ben messo a fuoco gli strumenti per significarla. Oggi, alla luce del mio scambio con voi e con altre donne per la Staffetta mi rendo conto una volta in più, e una volta in più ad un livello più profondo, di quanto complessa sia questa transizione femminile-femminismo, e di quanto complessa sia la separazione-identificazione rispetto a certi modelli che agiscono nel pubblico e nel privato e per me è diventato, ed ecco perché ritorno al glossario, urgente riprendere le fila non (più) dalla mia genealogia ma da come grazie ad essa mi sono posizionata rispetto alle altre donne e al loro essere nel mondo, presente a me, biostoricamente presente a me, differente dalle altre, e questa differenza (e questo è il nodo che vi chiedo di aiutarmi a sciogliere) a volte non solo non mi appartiene ma nemmeno mi piace (o, forse, mi appartiene e per questo non mi piace?).
Ecco, non so se sono stata chiara ma la cosa è difficile pure per me, prendete queste parole come una specie di memo per future, se vi va, discussioni...
Un bacio, Monica
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