C'è guerra e guerra
Meno male che le donne si occupano dei figli, anche quelle che fanno politica. Meno male che Alessandra Mussolini ne ha uno in età da vaccinazione e si è presa due ore per portarlo dal pediatra. È andata così. La rivelazione sugli obbrobri nascosti nel pacchetto sicurezza - i medici spia, gli infermieri e gli insegnanti che possono essere accusati di complicità col neoreato di immigrazione clandestina, i bambini invisibili non registrati all'anagrafe - non è arrivata alla presidente della Commissione infanzia dai suoi colleghi, dai tecnici che lavorano in Parlamento. No, è venuta dal pediatra. Onorevole, ma lei ha capito cosa sta succedendo?, le ha detto mentre prendeva il cotone e la siringa. Così lei ha capito. Così ha scritto una lettera per bloccare il disegno di legge già approvato al Senato e appena approdato alla Camera. 170 firme in poche ore, tutti deputati del Pdl. Una fronda interna alla maggioranza. «Ho colto segnali di preoccupazione dal Quirinale», dice Mussolini a Claudia Fusani. La Lega va diritto, il capogruppo Roberto Cota dice che si tratta solo «di una manovra di assestamento del Pdl in vista del congresso». Forse non ha figli in età da vaccino.
L'emendamento al decreto antistupri che prevede la castrazione chimica è stato ammesso al dibattito. È possibile che la strada rallenti, c'è chi ha chiesto che siano ascoltati i medici. Chiara Moroni, Pdl, è contraria. Altre crepe. Chissà se anche questa sarà colpa del congresso. Gli studenti e gli insegnanti in sciopero ieri hanno tirato le scarpe (soprattutto gli studenti, sì) come ormai si usa in segno di sfida al potere, l'intifada delle scarpe. L'Unione Europea ribatte al Papa che il preservativo nella lotta alla malattia è essenziale. Obama è pronto a firmare con l'Onu: l'omosessualità non è un reato. Grandi e piccoli segnali da un mondo smarrito, chiamato a rinominare i principi fondamentali.
Pubblichiamo nelle pagine del Dossier una bellissima testimonianza di Zlata Filipovic, bosniaca, fondatrice del Network of young people affected by war. Ci racconta la sua battaglia insieme a «Save the children» per salvare i bambini dalla guerra. «Ricordo che stavo scrivendo una relazione su un libro quando sentii i primi spari della mia vita. Un rumore che nessun bambino dovrebbe mai sentire». Le guerre vere. Da noi ne combattiamo altre, a colpi di decreti e di proclami. In molte città, a Roma per esempio, è tornato un controllo del territorio simile a quello degli anni 70: destra contro sinistra, agguati, assalti, ingiurie, botte agli incroci, pedaggi da pagare. Ce lo raccontano Jolanda Bufalini e Susanna Turco. In Sicilia c'è la guerra dei cani. Dei randagi nella loro isola parlano Vincenzo Consolo e Andrea Camilleri: entrambi finiscono per suggerire agli amanti delle ronde di occuparsi di animali, che è meglio. Angelo Guglielmi rivela ad Andrea Carugati alcuni retroscena dei tempi in cui Berlusconi lo voleva a Mediaset, oggi il premier gli ha sbarrato la strada alla presidenza Rai. Altre piccole guerre. Piccole ma mica tanto. Leggete i racconti di Francesco Piccolo e Sara Ventroni, scrittori, sulla sfida fra «Amici» e «X Factor» in tv. È nella tv, d'altra parte, che si crea e si restituisce a milioni di persone il senso di realtà. Una specie di realtà, diciamo.
Concita De Gregorio
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